Ancora una volta, è l'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia a prendere posizione nel corso di una vertenza - l'ennesima - che si annuncia come complicata e dolorosa. Il massimo rappresentante della Chiesa per Torino si è recato questa mattina di fronte ai cancelli dello stabilimento JDE di Andezeno, dove si producono ormai da decenni i caffè Hag e Splendid e dove negli scorsi giorni si è abbattuta la terribile notizia di 57 licenziamenti per i lavoratori del Chierese.
L'azienda, infatti, ha deciso di chiudere la fabbrica e delocalizzare: un copione ormai noto, soprattutto da queste parti, dove nei mesi scorsi ha faticato a suturarsi la ferita della Embraco.
"Sono di nuovo qui, tra i lavoratori del Chierese - ha detto Nosiglia - a portare la solidarietà della Chiesa di Torino per problemi in aziende che, malgrado la loro situazione di sviluppo e di presenza positiva sul mercato, decidono unilateralmente di licenziare i propri dipendenti e delocalizzare l’impresa in Paesi della stessa Unione Europea dove il costo del lavoro e le agevolazioni fiscali sono più propizi".
"Mi riferisco al recente caso dell’Embraco - ha proseguito l'arcivescovo, che è andato subito al punto -. All’inizio della vertenza eravamo in una situazione molto simile alla vostra attuale. Ma poi è stato possibile costruire un impegno congiunto di tutti, sindacati e maestranze, Regione e Comuni, comunità locali e ministero del Lavoro; e si è trovata una soluzione. Per questo mi auguro che si possa giungere anche oggi a superare l’attuale situazione".
"Siamo di fronte a un paradosso inaccettabile - ha poi affondato il colpo Nosiglia - le regole del mercato sembrano garantire, e solo ad alcuni attori, la pura ricerca del profitto, a scapito di ogni altro fattore. Si realizzano così scelte devastanti, incomprensibili e disumane, che colpiscono in pieno i lavoratori, le loro famiglie e il territorio che hanno fortemente contribuito allo sviluppo e alla prosperità dell’azienda. Tali scelte dimenticano volutamente che il "capitale umano" è fattore decisivo della produzione, il valore aggiunto su cui l’impresa può contare per il suo sviluppo".
E le orecchie non sono fischiate soltanto alla proprietà olandese, ma anche ai componenti dell'esecutivo Conte. "E' ora che il Governo assuma un forte impegno, per far fronte a queste situazioni che si ripetono purtroppo spesso nel nostro territorio, sollevando un problema che deve essere gestito con grande determinazione e responsabilità. È necessaria una politica comune di intesa e di solidarietà che valga per tutti gli Stati dell’Unione: non è la concorrenza sleale, non è la guerra fra poveri, ciò di cui abbiamo bisogno per difendere il lavoro e per restare e crescere in Europa".
Infine un invito ai lavoratori: "Cari amici, abbiate fiducia e speranza malgrado tutto, e continuate a lottare concordi e uniti tra voi, sostenuti mi auguro dalla Regione e dal Ministero del lavoro e anche dalla solidarietà della comunità locale e degli altrilavoratori della zona, per contrastare l’attuale rigida, ingiusta e incomprensibile posizione dell’azienda. Il metodo seguito e i risultati ottenuti con Embraco lasciano sperare che soluzioni positive possono essere trovate".
Proprio nel weekend, i lavoratori della Hag avevano montato una tenda rossa di fronte allo stabilimento, per dare un segno di presenza costante e di impegno per risolvere una situazione che al momento avrebbe conseguenze devastanti per il territorio e per tante famiglie.