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Economia e lavoro | 22 ottobre 2018, 11:05

Doccia fredda su Magneti Marelli ceduta ai giapponesi, Fiom: "Chiarezza per 3200 dipendenti solo a Torino"

Dopo le rassicurazioni dei mesi scorsi, nelle ultime settimane si rincorrevano le voci che si sono concretizzate con l'accordo con Calsonic Kansei. Lazzi: "Un altro pezzo di industria italiana è stato ceduto a una multinazionale. Basso (Uilm): "Presto iun incontro con la nuova proprietà, ma nessun rischio per i lavoratori"

Doccia fredda su Magneti Marelli ceduta ai giapponesi, Fiom: "Chiarezza per 3200 dipendenti solo a Torino"

"Subito chiarezza per i 3200 dipendenti che lavorano soltanto nell'area di Torino". Non si fa attendere da Fiom Torino l'appello dopo l'ufficialità della cessione di Magneti Marelli al fondo Usa KKR, che controlla la giapponese Calsonic Kansei.

Una notizia che aleggiava nelle ultime settimane, dopo che per molto tempo c'erano state invece rassicurazioni sul fatto che MM sarebbe rimasta all'interno dell'universo FCA, seppur sotto forma di spin off.

Invece non è andata così. E il dopo-Marchionne vive il suo primo momento di cesura con il passato. E non mancano i timori tra i lavoratori, che ora si trovano con minori certezze per il loro futuro.

Ed è il primo scoglio con cui si deve misurare Edi Lazzi, segretario provinciale della Fiom-Cgil, nominato proprio venerdì scorso al termine del Congresso torinese: «Un altro pezzo importante dell'industria italiana è stato ceduto a una multinazionale e si è compiuto un altro passo nella perdita da parte dell'Italia del controllo di un'eccellenza del nostro tessuto industriale. La Magneti Marelli conta 10mila dipendenti e 20 stabilimenti nel nostro Paese, ed in particolare a Torino la Magneti Marelli è una realtà importantissima presente da molti anni sul nostro territorio con dieci stabilimenti e 3.200 dipendenti che lavorano al loro interno".

"Negli stabilimenti torinesi - ribadisce Lazzi - si producono marmitte, componenti accessori, sospensioni, fari, fanali, si progettano motori e l'elettronica dell'auto. È quindi necessario avere immediatamente chiarezza sulle intenzioni da parte della nuova proprietà nipponica su cosa intenda fare degli stabilimenti italiani. Per quanto ci riguarda l'occupazione deve rimanere ai livelli attuali e agiremo per fare in modo che ci sia un piano di sviluppo che preveda investimenti finalizzati a consolidare l'eccellenza degli stabilimenti nostrani. Altre eventuali ipotesi vedranno la contrarietà della Fiom-Cgil che si schiererà al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori in difesa dell'occupazione".

Meno allarmata la reazione della Uilm, come testimonia Dario Basso, segretario generale: "Non ci saranno ripercussioni sull’occupazione negli stabilimenti torinesi, ma dovremo monitorare la situazione e attivarci per incontrare al più presto i rappresentanti della nuova proprietà”.
“Nel Torinese – aggiunge Basso – saranno esclusi dall’operazione circa 600 lavoratori, che operano nel comparto dei particolari in gomma e plastica, occupati negli stabilimenti di San Benigno e Venaria, e che resteranno nel gruppo Fca. I lavoratori Magneti Marelli usciranno invece dal contratto di primo livello Fca”.
“Ci rassicura – conclude Basso – che la nuova proprietà abbia dichiarato l’intenzione di mantenere gli attuali livelli occupazionali, ma vogliamo verificare con l’azienda le prospettive industriali di medio-lungo periodo”

M.Sci

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