Cifra doppia, per il Premio Chiave a Stella. Il riconoscimento, organizzato da API Torino e Fondazione Magnetto, con la collaborazione della Camera di commercio di Torino, UniCredit, Unioncamere Piemonte e Confapi Piemonte con il supporto di Politecnico e dell’Università di Torino e Repubblica, che prende spunto dal libro scritto da Primo Levi e che vuole valorizzare le eccellenze del tessuto produttivo piemontese. Quest'anno (suddiviso in tre categorie dimensionali e non più due come in passato) il Chiave a Stella è andato alla Desmotec di Biella, attiva nel mondo delle lavorazioni per lo sport, per le micro imprese, Cft Rizzardi di Rivalta per le piccole (metalmeccanica) e Tosa di S. Stefano Belbo (provincia di Cuneo, automazione industriale), per le medie. Tre menzioni speciali, poi, sono andate a MeC di Torino, Mo.Vi di Beinasco e ancora a Tosa per giovani, innovazione e responsabilità sociale.
"Dieci anni fa le imprese erano molto diverse da oggi e tra dieci anni lo saranno ancora di più, a forza di percorrere un piano inclinato, che è quella dell'innovazione, che accelera sempre di più", ha detto Corrado Alberto, presidente di Api Torino. "Sono stati dieci anni molto complessi, a causa della crisi e sono stati anni sfidanti, con mercati sempre più globali. Speriamo tra dieci anni che le nostre aziende saranno popolate da giovani formati sul nostro territorio".
Ad applaudire i vincitori anche il rettore del Politecnico Guido Saracco e il rettore dell'Università di Torino, Gianmaria Ajani, proprio per sintetizzare il legame tra chi fa innovazione sul territorio e le piccole e medie imprese.
"Ci sono tante strade che stiamo seguendo per accompagnare le aziende, tra stage e altre iniziative. Ma anche il campus progettato per Grugliasco punta a diventare la casa della ricerca di impresa nel campo specifico, ma un po' tutti i nostri laboratori sono aperti, per accorciare i tempi del trasferimento tecnologico", ha detto Ajani.
E Saracco: "In un territorio manifatturiero come il nostro, è inevitabile chiederci cosa possiamo fare e ho visto al momento del mio insediamento un quadro impietoso nei rapporti con le PMI. Ecco perché stiamo lavorando sull'impatto che possiamo avere sul la nostra area di riferimento. Presto presenteremo il progetto Politecnico for impact, proprio in questo senso". "Dobbiamo agire sul rendere il nostro laureato flessibile, perché possa adattarsi anche al mondo PMI e non solo alle grandi aziende".