La Regione Piemonte ha istituito nelle passate settimane un tavolo di crisi con l'Anci regionale per valutare l'impatto del decreto sicurezza, ora legge, sul proprio territorio.
Nell'ultima riunione del 21 dicembre è emersa anche la necessità di un confronto allargato con tutte le prefetture. A questo scopo stiamo raccogliendo le concrete preoccupazioni di molte amministrazioni comunali, indipendentemente dal colore politico. In questi giorni stiamo valutando, in accordo con il presidente Sergio Chiamparino, e in seguito all'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale il 18 dicembre contrario al decreto sicurezza, se sussistano i fondamenti giuridici come Regione per un ricorso alla Corte Costituzionale.
Auspichiamo che altre regioni possano condividere questa azione.
Tale decreto risulta anche in totale contrasto con la nostra legge regionale 5/2016 contro tutte le discriminazioni, "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale?, legge che applica invece i principi costituzionali.
E il governatore, Sergio Chiamparino, ha dichiarato: "Le forti critiche che emergono in tutto il Paese al decreto sicurezza sono le stesse che avevo avanzato in un recente incontro con i sindaci e i responsabili Sprar del Piemonte. Non possiamo stare a guardare come se non stesse accadendo nulla. Stiamo dunque valutando se esistono i fondamenti giuridici per un ricorso della Regione, direttamente o come tramite dei Comuni, alla Corte Costituzionale. Se ci sono le condizioni giuridiche, non perderemo tempo".
Di diverso avviso gli esponenti di Forza Italia. "Chiamparino, in questa occasione, non si comporta da uomo delle istituzioni. Le leggi si rispettano, punto e basta, altrimenti si alimenta il caos e in quel caso sì che si viola la Costituzione e la potestà legislativa del Parlamento". Ad affermarlo Andrea Fluttero e Andrea Tronzano, capogruppo e vicecapogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte, il vicepresidente del Consiglio regionale Franco Graglia e i consiglieri Luca Bona e Luca Rossi commentando la discutibile presa di posizione del governatore piemontese contro il decreto Salvini.
Concludono i consiglieri regionali di Forza Italia piemontesi: "Le leggi non si rispettano solo quando fanno comodo alla propria parte politica. Così come non si invoca la Corte Costituzionale ogni volta che un Parlamento vota una legge contraria al proprio programma elettorale. Ci sono processi democratici che debbono essere rispettati. Chiamparino preferisce buttarla in caciara per tentare di rianimare l'identità asfittica del centrosinistra. Si tratta della solita battaglia veterocomunista che finge di colorarsi di parole come diritti, principi, ma che in verità è solo cavalcata a fini elettorali. Non ci stiamo a questo utilizzo strumentale di un tema delicato quale l'immigrazione. Ognuno rispetti il proprio ruolo, ma soprattutto sì rispettino le leggi dello Stato. E' ora di finirla con Enti locali che, appellandosi alla disobbedienza civile (in questo Paese valida solo a senso unico) tentano di sostituirsi al legislatore nazionale per curare le proprie lobby di consensi. Questo decreto è stato firmato dal presidente della Repubblica, se Chiamparino pensava che fosse incostituzionale aveva solo da scrivere a tempo debito a Mattarella. La bagarre sollevata in queste ore è tardiva e utile solo per serrare le fila della sua coalizione che in questi anni ha inanellato fallimenti a ritmo continuo".