"Una notizia che mi ha stupito, anche amareggiato. Addirittura i miei figli mi hanno chiesto se davvero intendevo chiudere il Regina Margherita. Ma i numeri sono noti a tutti e già tempo fa mi ero speso per spiegare che l'impegno per un nuovo tipo di ospedale era una questione differente. Non intendo restringere il numero dei letti per incanto, non sono mago Zurlì. Quello nuovo sarà un ospedale che raccolga le eccellenze del territorio in maniera multiprofessionale, puntando sulla ricerca e sulla collaborazione come ha dimostrato il recente caso della bambina operata all'esofago nei giorni scorsi".
Così Silvio Falco, direttore generale di Città della Salute. Che ha voluto mettere subito a tacere i timori che si sono diffusi in questi giorni, soprattutto via social e addirittura con una petizione che ha superato le 27mila firme, sul futuro dell'ospedale dei bambini e del futuro di una struttura che innanzitutto è un'eccellenza nella cura dei più piccoli. "Il tema dei posti letto mi appassiona ma fino a un certo punto - prosegue - mentre la sfida è molto più ampia e appena arriveranno le approvazioni da Roma siamo pronti ad andare avanti con il percorso di progettazione. Del bambino ci occuperemo e continueremo ad occuparci nella maniera migliore".
I numeri, tuttavia, sono numeri: e dai circa 690 posti letto attualmente distribuiti tra maternità (Sant'Anna, 420) e infantile (Regina Margherita, 270), al Parco se ne conteranno sulla carta circa 190. La sottrazione secca parla di un "meno 500", forse addirittura più pessimista di quanto riporta la petizione online.
Ma è qui che si inserisce un discorso più ampio e articolato: il progetto Parco della Salute è infatti molto lontano dalla sua concretizzazione finale, anche in termini di volumi, spazi ed edifici. E in alcuni aspetti - è stato lasciato intendere - si tratta di bozze necessarie al rispetto dei tempi tecnici per ottenere approvazioni e finanziamenti da Roma. I margini di manovra, insomma, non sono pochi, anzi.
E dunque sarà un continuo lavoro di aggiustamento e adattamento in corso d'opera "lasciando anche sfogo alla fantasia dei progettisti", ha detto Falco. Compresa la definizione del destino degli attuali spazi che ospitano Regina Margherita e Sant'Anna, che sembravano destinati all'abbattimento, ma che potrebbero invece ospitare almeno in parte lungodegenze e post-acuzie. Passando poi per la definizione precisa di cosa conterrà il CTO "ripensato", che ospiterà quasi sicuramente un'area per pediatria e maternità e così via. Senza dimenticare che la progressione statistica lascia immaginare una popolazione che invecchia sempre di più, dunque con meno bambini e più anziani e il tutto mentre evolve la medicina, con ricoveri sempre più ridotti e trattamenti che si possono anche fare a casa, con il pediatra di famiglia. O con interventi sempre meno invasivi e che dunque non richiedono più ricoveri ospedalieri.
"Il Regina vive oggi una realtà diversa rispetto al passato - aggiunge Giovanni La Valle, direttore sanitario dell'ospedale - in una logica integrata che fornisce sinergie fortissime in ambito diagnostico e terapeutico per il percorso che segue il bambino. E non c'è nessuna intenzione di indebolire tutto questo, anzi: vogliamo rafforzarlo. A cominciare dall'ambulatorio di transitional care per i pazienti che passano dall'età infantile a quella adulta. Sono passati messaggi che non abbiamo mai avuto intenzione di dare".
"Stiamo lavorando per andare verso il Parco della Salute, in termini di miglioramento e rafforzamento - aggiunge Franca Fagioli, direttore del dipartimento di Pediatria - e ci saranno tavoli di confronto proprio sui posti letto anche in una prospettiva evolutiva delle malattie nel futuro. I posti letto risponderanno alle esigenze cliniche dei pazienti. Inoltre, il brand Regina Margherita sarà mantenuto e custodito, magari nominando così l'area pediatrica del Parco della Salute. Solo nel 2018 abbiamo inaugurato nuove aree con 8,5 milioni di donazioni. Il vero fallimento sarebbe perdere competenze pediatriche nello spostamento a Parco della salute, piuttosto che posti letto".