Falso in bilancio, turbativa d’asta, peculato: sono alcuni dei reati contestati ai 29 indagati per la maxi inchiesta sul Salone del Libro, relativa alle edizioni dal 2010 al 2015, che è stata chiusa stamattina. Ventinove, appunto, gli indagati: tra loro, politici, funzionari, amministratori pubblici, revisori dei conti e banchieri.
L'inchiesta, che è in mano al pm Gianfranco Colace e al procuratore aggiunto Enrica Gabetta, riguarda i conti della Fondazione dal 2010 al 2015 ed è partita dai guai giudiziari dello storico presidente della kermesse, Rolando Picchioni. Tra le contestazioni principali c'è quella relativa al valore “gonfiato” del marchio per una cifra di 1,8 milioni di euro.
Tra gli indagati, oltre a Picchioni, ci sono anche l’ex sindaco di Torino, Piero Fassino, l’ex presidente Giovanna Milella, l’attuale assessore alla cultura Antonella Parigi e il suo predecessore Michele Coppola.
Sulla vicenda, questa la dichiarazione del presidente della Regione Sergio Chiamparino: "Con la chiusura delle indagini sul Salone del libro, confermando la piena fiducia nella Magistratura, auspico che si giunga in fretta a fare chiarezza sull’intera vicenda. Abbiamo sempre operato in modo trasparente e con l’unico obiettivo di salvaguardare e sostenere al massimo il Salone del Libro, la più importante manifestazione culturale torinese".