Monitorare la vita notturna torinese attraverso tre dispositivi collegati tra loro, che si “parlano” segnalando il livello di rumore, le eventuali proteste del vicinato e i cambiamenti del fenomeno nel tempo. È questo l’obiettivo di “Shh San Salvario”, applicazione ideata dal giovane team vincitore di Hackathon Urban Spaces lo scorso novembre. Un concorso di idee che ha visto i partecipanti sfidarsi nel costruire una app guidata dai dati raccolti dal progetto Monica della Città di Torino (basato sulle Tecnologie Internet degli Oggetti), includendo un modello di business capace di minimizzare gli aspetti negativi degli eventi affollati e massimizzarne invece gli effetti positivi di una movida sicura e attrattiva. Il tutto attraverso soluzioni innovative in grado di combinare la tecnologia alle strategie di marketing per gli imprenditori locali, creando incentivi per favorire i comportamenti virtuosi di chi frequenta gli spazi pubblici. L’obiettivo specifico del contest per il quartiere di San Salvario era di coinvolgere tutti gli utenti interessati in un miglioramento dell’esperienza dello spazio pubblico in città.
Ma come funzione nella pratica? Innanzitutto creando una comunicazione tra gli attori della vita notturna: giovani frequentatori, commercianti e abitanti del quartiere. Nelle vetrine dei locali verrà posizionato un tablet ben visibile anche da fuori, mentre gli utenti avranno la possibilità di scaricare sul proprio smartphone l’app del progetto Monica. Da questa verranno inviati dei buzz “Shh” ogni volta che il rumore supera la soglia consentita, invitando quindi ad abbassare il volume della voce. Sullo schermo del tablet, invece, compariranno diverse informazioni aggiornate in tempo reale: la misurazione dei decibel, il numero di buzz raccolti e, proprio per garantire una maggiore interazione tra i cittadini, i messaggi mandati istantaneamente via WhatsApp dai residenti attorno al locale.
“Con questo sistema – hanno spiegato i ragazzi del team “Elephant” durante la presentazione alla Casa del Quartiere di via Morgari – potremmo fornire al Comune dei dati capillari sull’andamento della movida e aumentare la consapevolezza nella società interessata”. E, nell’ottica di un progetto sostenibile, il tutto potrà essere finanziato da banner pubblicitari all’interno della app stessa. Per completare il pacchetto, e collegare la fruizione privata al pubblico, si pensa anche a due installazioni all’aperto, in un luogo come piazza Saluzzo in cui la concentrazione di persone, soprattutto nelle sere d’estate, è altissima. La prima è un totem che replica i dati raccolti dai tablet nei locali della zona. La seconda è una vera e propria opera d’arte luminosa: “Vorremmo diventasse il simbolo del quartiere – spiegano i progettisti – e che tutti l’avessero a cuore. Rimarrà accesa finché il rumore della piazza è accettabile, non appena lo supera si spegnerà all’istante”.
La sperimentazione di questo sistema partirà a giugno, mentre il progetto Monica, iniziato nel gennaio 2017 e finanziato dall’Unione Europea, si concluderà a fine anno, andando di pari passo con le altre città-pilota (Copenaghen, Bonn, Amburgo, Lione e Leeds) che hanno sviluppato tecnologie per la gestione del rumore nello spazio urbano.