Il Piemonte è la prima regione d'Italia a presentare il ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza del governo, giá convertito in legge. Stamattina l'assessora all'Immigrazione Monica Cerutti si è recata all'ufficio postale del Tribunale di Torino e ha spedito a Roma il ricorso.
"Pensiamo che questa legge produca un impatto negativo non solo sui migranti ma su tutta la comunitá piemontese - dice Cerutti - mette a dura prova il sistema di accoglienza, tante persone diventeranno irregolari, non avranno riconosciuto quello status che fino ad oggi permetteva loro un percorso di inclusione. Si pensi, ad esempio, alle persone che non potranno piú accedere al sistema sanitario. Viene meno il diritto fondamentale alla salute con un impatto su tutti i cittadini. Adesso mi aspetto che i profili definiti in modo puntuale dall'avvocatura della Regione siano accolti e ci auguriamo che il governo torni sui suoi passi".
Accanto all'assessora c'è l'avvocato Ugo Mattei, a cui la Regione ha dato incarico di redigere il ricorso. "Abbiamo individuato otto punti di incostituzionalitá, contestando anche la procedura di approvazione. È stata impedita qualsiasi discussione parlamentare. Il decreto è lungo 61 pagine e utilizza un linguaggio tecnico. È pieno di rinvii, commi che rendono labirintica la struttura. E le leggi, come ha giá osservato la Corte Costituzionale, deve essere comprensibile per tutti i cittadini. Infine, con l'abolizione della protezione umanitaria, sostituita da una serie di micro permessi specifici, viene meno un diritto garantito a livello internazionale".