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Sanità | 11 febbraio 2019, 12:28

Nue 112, gli operatori lanciano l’allarme: "Il servizio non funziona e miete vittime"

Vigili del fuoco, infermieri, poliziotti, carabinieri, consiglieri regionali e onorevoli svelano le criticità del 112. L’obiettivo? Migliorare un servizio che sembra far acqua da tutte le parti

Nue 112, gli operatori lanciano l’allarme: "Il servizio non funziona e miete vittime"

 

“Il 112 sta mietendo vittime, abbiamo bisogno che il servizio funzioni”. È un grido d’allarme quello che, nel giorno della decima ricorrenza della giornata del Numero Unico, si leva dagli operatori che gestiscono la sicurezza dei cittadini: poliziotti, vigili del fuoco e infermieri puntano il dito contro i disservizi del Numero Unico 112. Perplessità riprese anche dalla classe politica, intervenuta nel dibattito svoltosi nella sede del Consiglio Regionale di Torino.

Dopo i tanti casi di cronaca, c’è chi arriva a definire addirittura il Nue un “disastro annunciato”. Sia chiaro, a essere messo in discussione non è l’idea del numero unico, ma il fatto che il servizio 112 presenti almeno quattro problemi considerati gravi per la sicurezza dei cittadini: tempi più lunghi a causa della doppia chiamata, perdita di contatto diretto con un professionista qualificato, difficoltà di comunicazione tra gli enti di soccorso e mancanza di sale operative adatte a gestire l’emergenza.

Se le perplessità sembrano trasversali in tutta Italia, Giorgio Bertola, consigliere regionale del M5S, fotografa alla perfezione la situazione in Piemonte: “Siamo arrivati in ritardo rispetto alle normative europee, le criticità legate a questo disservizio sono diverse. Le problematiche ricadono sugli utenti”. “Abbiamo più volte portato i dubbi in consiglio regionale. La carenza di una centrale interforze ha creato spesso errori di invio o di geolocalizzazione, con allungamento delle tempistiche di soccorso”. Sincera nell’ammettere le difficoltà emerse anche la consigliera regionale del Pd, Nadia Conticelli: “L’operatore di call center, per quanto formato, non può sostituire un professionista del settore. Va ripensato il sistema”. Una possibile soluzione? Secondo i vari enti intervenuti, l’istituzione di centrali interforze potrebbe senza dubbio aiutare ad accorciare le tempistiche e a migliorare la professionalità dell’operatore che si rivolge all’utente in situazioni di emergenza. Una richiesta che Davide Bono (M5s) ha promesso di portare in consiglio regionale. A quasi due anni dall’istituzione del 112, il Piemonte si interroga circa la sua efficacia.

 

Andrea Parisotto

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