“Compiamo dieci anni senza rendercene nemmeno conto”. Così Fabio Levi, direttore del Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, a poche settimane dall’avvio delle celebrazioni per il centenario dello scrittore. Un decennale che passa, per così dire, “in secondo piano”, festeggiato in sordina per lasciare i riflettori puntati sul testimone-narratore-chimico-intellettuale simbolo della Torino del dopoguerra.
Il caso ha voluto che questi due compleanni coincidessero. Ma, coerente con un ideale di erudizione e studio che elogia la mitezza e la discrezione, il Centro sceglie non di autocelebrarsi, ma di liberare senza freni la parola del suo autore, oggi più che mai urgente e necessaria. “Da parte nostra – spiega Levi – c’è senza dubbio il dovere di studiare l’opera dello scrittore. Ma dovremmo anche chiederci quali sono le sollecitazioni che Primo Levi stesso potrebbe trarre dalla società di oggi. Non siamo tanto noi a dover trovare delle risposte nei suoi scritti, ma, al contrario, sono i fatti attuali a richiamare inevitabilmente certe riflessioni da lui sviluppate. Basti pensare alle stragi, alla violenza: Levi ci parla dell’esperienza del sopravvissuto, la vergogna provata dopo lo Shoah, la paura del silenzio. Quelle pagine ci guidano nella comprensione dei fatti, nell’interpretazione dei comportamenti umani. È la realtà stessa a chiedercelo”.
Fondato nel 2009, e ora all’interno del Polo del ‘900, il Centro Studi promuove la conoscenza di Primo Levi rivolgendosi sia ai cultori di discipline umanistiche e scientifiche, sia al vasto pubblico di chi, fra i giovani e i meno giovani, può apprezzarne il pensiero e la personalità. Basti pensare al grande successo della mostra "I mondi di Primo Levi" realizzata a Palazzo Madama nel 2015, e poi replicata in altre città italiane ed europee, e la pubblicazione dell'Album presentato al Salone del Libro 2018.
Tra le tante attività, il Centro si propone di raccogliere le edizioni delle opere, le numerose traduzioni pubblicate in tutto il mondo, la bibliografia critica, ogni forma di documentazione scritta e audiovisiva sulla figura di Primo Levi e la ricezione della sua opera. E offre un sostegno concreto alle ricerche degli studiosi.
Ogni anno, inoltre, il Centro pubblica con Einaudi, in italiano e in inglese, una lezione su un tema strettamente legato all'esperienza e agli interessi dello scrittore, frutto di un’accurata e approfondita ricerca da parte di uno studioso, in grado di spalancare più ampi orizzonti. L'intento è di valorizzare la ricchezza dell'opera di Levi nel rapporto con gli sviluppi più recenti del dibattito culturale. Con un’attenzione particolare ai giovani: “Al momento della lezione– spiega Fabio Levi – nell’uditorio sono presenti due o tre classi delle scuole superiori. Questo per noi è molto importante: se Primo Levi viene capito dai ragazzi, allora può arrivare a tutti”.
La ricerca sostenuta dal Centro si concentra prettamente su aspetti dell’opera dell’autore - “un enorme giacimento”, come lo definisce il direttore - ancora poco conosciuti. “Il nostro principale obiettivo commenta - è essere strumento di mediazione tra l’opera e i suoi tanti pubblici. Ma portiamo avanti anche il tentativo di inventare nuovi strumenti che possano incontrare fruitori differenti. In occasione del centenario, ad esempio, uscirà una bibliografia in forma ampliata, che consentirà di ragionare sui diversi sviluppi della costruzione delle opere, capire quali lavori venivano portati avanti in parallelo e per quanto tempo. Perché Levi ha sempre scritto in modo trasversale, operando su più piani. Non va quindi studiato in modo didascalico, ma bisogna comprendere come dialogano tra loro i vari ambiti della sua produzione”.
Una sensibilizzazione sull’attualità incrollabile di Primo Levi che, a cent’anni dalla sua nascita, passerà attraverso diverse iniziative culturali curate dal Centro.
Dopo l’ouverture al campo di Fossoli a febbraio – da dove lo scrittore venne deportato ad Auschwitz – che ha visto la partecipazione di Fabrizio Gifuni, il 27 marzo l’attore tornerà al Teatro Regio di Torino per una lettura dei Sommersi e i salvati, in occasione di Biennale Democrazia. Seguiranno altri due appuntamenti a teatro, il 23 aprile con la prima di Se questo è un uomo al Teatro Carignano, produzione del Teatro Stabile di Torino, per la regia di Valter Malosti, e un reading da Il sistema periodico con Luigi Lo Cascio al Teatro Astra, il 12 maggio, per TPE. Tra gli eventi autunnali, da segnalare la giornata di letture da La tregua al Rettorato, il 19 ottobre, in tante lingue differenti, con studenti e relatori autori delle lezioni su Levi pubblicate negli anni.
Ma intanto il lavoro di ricerca del Centro continua. E lo fa chiedendo anche un contributo materiale ai suoi sostenitori, con una raccolta fondi lanciata su www.retedeldono.it/it/primolevi. “Stiamo portando avanti due progetti – racconta Levi –: uno è la ricerca del libro primogenito di 'Se questo è un uomo', per cui abbiamo lanciato un appello ai possessori affinché ci segnalino le loro copie. Il secondo riguarda la raccolta di tutte le parole scientifiche che appaiono nell’intera opera dello scrittore. Vogliamo far emergere la relazione intrinseca che hanno con la matrice umanistica, per stimolare ancora una volta nei lettori un ulteriore passaggio nella presa di coscienza”.