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Eventi | 20 marzo 2019, 13:48

Zerocalcare a fianco dei foreign fighter torinesi: "Procedimento nei loro confronti non ha nulla a che vedere con la giustizia" [VIDEO]

Il fumettista e il regista Davide Ferrario solidali con i cinque ragazzi per i quali la Procura ha chiesto la sorveglianza speciale

Zerocalcare a fianco dei foreign fighter torinesi: "Procedimento nei loro confronti non ha nulla a che vedere con la giustizia" [VIDEO]

"Questo procedimento non ha nulla a che vedere con la giustizia". Così il fumettista Zerocalcare, che stamattina al Caffè Basaglia di Torino ha partecipato alla conferenza stampa organizzata per i cinque ragazzi che hanno combattuto in Siria, a fianco delle milizie curde, contro l'Isis, per i quali la Procura di Torino ha chiesto la sorveglianza speciale.

In occasione della prossima udienza, in programma lunedì 25 marzo, è stato organizzato un presidio di solidarietá di fronte al palazzo di giustizia, con ritrovo alle 8.30."Il decreto previsto per il 25 marzo è vigliacco - ha aggiunto Zerocalcare, che ha disegnato il manifesto che annuncia il presidio -. La sorveglianza speciale per chi ha combattuto in Siria limiterebbe la libertá personale di questi ragazzi, mentre il divieto di dimora li allontanerebbe dalla loro cittá, dai loro affetti. Penso che la guerra in Siria riguardi tutti - ha aggiunto il fumettista - l'Italia non è stata capace di aiutare le forze che si stanno impegnando per sconfiggere l'Isis sul campo, anzi ha continuato a dare soldi e vendere armi alla Turchia, che le utilizza per foraggiare truppe jiahadiste. In questo scenario vergognoso le uniche persone che salvano la faccia del nostro Paese sono quelle che sono andate a combattere per la libertá e la democrazia".

Accanto a Zerocalcare, il regista Davide Ferrario: "Penso sia assurdo considerare il gesto di questi ragazzi, a cui dovremmo essere grati, un problema. Ma in Italia è cosí, è un reato salvare i migranti e un problema combattere l'Isis. I magistrati - aggiunge il regista - sostengono che questi ragazzi si sono sottoposti a formazione militare e quindi sarebbero pericolosi. La veritá è che hanno partecipato a una guerra vera, in cui si muore per difendere valori che tutti noi condividiamo, come la democrazia, l'uguaglianza delle donne. I ragazzi non si aspettano medaglie e ringraziamenti, soltanto di essere lasciati in pace".

All'incontro hanno partecipato tre dei cinque ragazzi accusati dalla Procura, fra cui Davide Grasso. "Sicuramente la morte di Lorenzo Orsetti ha aperto uno squarcio di attenzione mediatica sulla guerra condotta dalle forze siriane democratiche contro l'Isis. Lui non ha sfidato le leggi italiane, ha solo dato un grande contributo alla battaglia per la libertá. "Noi non abbiamo commesso alcun reato - aggiunge Grasso - non esiste nessuna una norma nell'ordinamento italiano e in quello internazionale che vieti di andare a combattere. La Procura di Torino ha affermato che Lorenzo e gli altri compagni che lottano in Siria sono terroristi, questo è un insulto nei confronti di chi muore per combattere l'Isis, che ha dimostrato cosa è capace di fare".

Marco Panzarella

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