La bella musica come terapia o conforto per l'anima, a portata di tutti, nel quotidiano, ovunque. Ancora una volta, Mito Settembre Musica si prepara a invadere ogni angolo di Torino con una ricca rassegna di eventi diffusi, per otto giorni, in luoghi di culto, presidi sanitari, carceri o centri di assistenza sociale.
"Mito per la Città", presentato oggi all'ospedale infantile Regina Margherita, offre quest'anno ben 87 appuntamenti in situazioni non convenzionali, ma completamente accessibili a chiunque.
Nello specifico, la Casa circondariale Lorusso e Cutugno, la Casa di Riposo Ebraica, il Centro Diurno Aurora per pazienti Alzheimer, la Comunità psichiatrica "Il Ponte", lo Hospice Anemos di Orbassano e il FARO nell'ex Ospedale San Vito, l'Istituto penale minorile Ferrante Aporti e l'Ospedale Sant'Anna. Inoltre, tra i trenta interventi pensati apposta per i bambini e ragazzi, quattro saranno riservati agli ospiti del Regina Margherita, di Casa UGI e del Sermig. A esibirsi - 20 minuti per ciascun concerto -, 22 allievi ed ex allievi del Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Torino (archi, chitarre, fiati, vibrafono e arpe), più sei artisti dell'Accademia Corale Stefano Tempia.
Saranno poi 27 i concerti sparsi per la città, tra cui 17 a ingresso gratuito in luoghi di culto (come quello che apre il programma, "Nord Europa", a cura di un giovane quartetto coreano, giovedì 5 alla Chiesa della Madonna di Loreto in via Chiala), mentre gli altri 10 avranno un costo simbolico di 3 euro.
"La bellezza della la musica e la condivisione di momenti d'ascolto fanno bene e aiutano a vivere anche i momenti difficili della malattia", ha commentato l'assessora comunale alla cultura Francesca Leon. "Ringraziamo il nostro sistema sanitario per questa sensibilità e consapevolezza, che ci permette di lavorare insieme perseguendo il rapporto tra ricerca scientifica e cultura. L'estensione di Mito su una mappa topografica e sociale così ampia permette anche ai musicisti del Conservatorio di esibirsi per la prima volta di fronte a un pubblico importante. Fondamentale, poi, coinvolgere chi vive l'esclusione sociale per motivi di salute o economici, così come, per i bambini, mettere insieme musica e racconto è una tappa di crescita", ha concluso, ricordando tutti gli spettatori coinvolti in questa grande operazione di inclusione sociale.
Lo conferma il direttore artistico di Mito, Nicola Campogrande: "Chi ascolta musica classica non ha difficoltà a riconoscere le nazionalità dei compositori, perché esiste per ciascuno una peculiare identità. Ma quest'anno mettiamo apposta l'accento sul tema delle geografie, per capire quanto questo settore continui a essere estremamente variopinto e contaminato".
"I musicisti percepiscono i movimenti del pubblico quando suonano in una grande sala concerto, e reagiscono di conseguenza. Nei luoghi più ristretti, come quelli di Mito per la Città, questa cosa avviene all'ennesima potenza. In entrambi i casi, comunque, si tratta di accoglienza, specie se abbiamo a che fare con compositori di culture tanto distanti dalla nostra".
Per l'edizione 2019, "Mito per la Città" vanta il sostegno di Compagnia di San Paolo, Intesa Sanpaolo, Fondazione CRT e OGR, Iren, CNH Industrial Village, Ospedale Koelliker e Mercato Centrale di Torino.
Tra gli eventi più attesi e partecipati, sicuramente "Il giorno dei cori", il 7 settembre, che vedrà il gran finale alle Officine Grandi Riparazioni con un open singing aperta a tutta la cittadinanza, con il Coro Giovanile Italiano diretto da Michael Gohl.
Per maggiori informazioni: www.mitoperlacitta.it