Viene definito lo spettacolo “cult” del nuovo millennio, un dialogo maestoso ed elegante tra Oriente e Occidente, quello che apre, questa sera, l’edizione 2019 di Torinodanza. È Sutra, creato da Sidi Larbi Cherkaoui, con la collaborazione dello scultore Antony Gormley e le musiche di Szymon Brzóska, al suo debutto sul palco del Teatro Regio dalle ore 21.
Il titolo, termine che in sanscrito significa “filo”, si è evoluto nel tempo in diversi significati che oscillano tra aforisma, insegnamento e canone. E anticipa il senso profondo di questo spettacolo, nato nel 2008, che conta sul palco diciannove Monaci del Tempio buddhista cinese Shaolin, situato vicino alla città di Dengfeng nella provincia cinese di Henan, e fondato nel 495 d.C.
Per l’occasione, sarà eccezionalmente Sidi Larbi Cherkaoui a danzare, sebbene, da molti anni, l’opera venga portata in scena da un altro danzatore, e il coreografo si riservi di interpretarla solo in alcune circostanze. Il suo stile personale, forte della formazione presso la prestigiosa scuola belga PARTS e il lavoro approfondito su hip hop e jazz, è innervato dell’interesse verso il multiculturalismo, l’esplorazione delle identità sociali, religiose ed etniche. Artista associato di Torinodanza, sarà presente al festival anche con la sua ultima creazione, Session, realizzata con Colin Dunne, in programma al Teatro Carignano, in esclusiva per l’Italia, il 19 e il 20 settembre.
Ma è con Sutra che Sidi Larbi Cherkaoui il punto più alto della sua personale sintesi tra filosofia orientale e pensiero occidentale. Si celebra infatti qui un incontro prolifico e fortunato tra la danza contemporanea e la pratica del kung fu: il risultato è uno spettacolo energico, fortemente razionale nelle linee geometriche della coreografia, in cui la specialità delle arti marziali rivela tutta la sua bellezza, il rigore e la forza.
Tutto nasce da una prima visita al monastero di Shaolin nel 2007, dopo la quale Sidi Larbi Cherkaoui decide di lavorare a stretto contatto con i monaci per sviluppare un progetto comune. Invita quindi Antony Gormley a creare la scenografia e il compositore polacco Szymon Brzóska per la musica dal vivo.
Sutra è diventato nel tempo un comune viaggio di scambio culturale e sociale, un universo artistico che parla della vecchia e della nuova Cina, di trasformazioni, giochi e danza. Lo spettacolo riassume anche il punto di snodo culturale nel quale il coreografo belga di origine magrebina si colloca, ponendo al centro del suo personale percorso i temi della cura e dell’attenzione verso l’altro, dell’esplorazione di culture diverse, della tensione verso nuove forme di spiritualità.
I monaci coinvolti seguono una rigorosa dottrina buddista, con arti marziali di kung fu e tai chi nella pratica quotidiana. L’incontro che si celebra in Sutra è tra la danza contemporanea di matrice occidentale e la pratica del kung-fu: il risultato è uno spettacolo energico, fortemente razionale nelle linee geometriche della coreografia.
La precisione del gesto è inoltre sostenuta dalla pratica meditativa, parte integrante della disciplina religiosa buddista. E Sidi Larbi Cherkaoui la trasforma in un’opera sofisticata e potente
In scena, ventun casse di legno, che vengono spostate come tessere del domino, creando muri, ponti, e molte altre forme immaginarie, e trasformando lo spazio attraverso i movimenti dei danzatori.
Lo spettacolo, inserito in MITO SettembreMusica, sarà replicato domani alle ore 21.