Presidio davanti alla Prefettura, questa mattina in piazza Castello, per i lavoratori dei call center del Piemonte, in contemporanea all'incontro tra i vertici nazionali dei sindacati e il Ministero del Lavoro.
In ballo c'è il contratto delle telecomunicazioni, bloccato da anni e che - spiegano i lavoratori - va rinnovato sia a livello economico che normativo. In tutta la regione, le persone coinvolte sono tra i 4500 e i 5000. "Siamo uniti tra tutte le sigle per i diritti dei lavoratori, in un settore che per molto tempo è stato ritenuto una forma di ammortizzatore sociale, ma che ha bisogno di tutele e garanzie", spiega Ivan Corvasce, Slc CGIL Piemonte.
Gli fa eco Federica Balestri, segreteria Uilcom Piemonte: "È importante anche l'aspetto formativo, perché chi lavora in questo settore non è solo la voce che chiama a casa i clienti per proporre un servizio, ma spesso ha a che fare con materie delicate".
E infine, spiega Andrea Borgialli, Fistel Cisl Piemonte: "Non è vero che si tratta solo di ragazzini che vogliono arrotondare: l'età media è piuttosto in crescita, c'è chi si è sposato con un collega conosciuto sul posto di lavoro e quindi si tratta di una fonte di sostentamento per interi nuclei famigliari. Con il precedente governo non sono stati fatti passi avanti, ci aspettiamo un segnale da questo".
Mentre il traffico scorre in piazza Castello, le storie si affiancano e si sommano a comporre un quadro decisamente vario. Marco ha 56 anni e da 12 lavora in un call center. "Ci considerano gli operai del terzo millennio, ma spesso i nostri problemi sono non solo occupazionali: non ci sono solo i ragazzini, a lavorare qui, ma l'età media è salita a circa 40 anni e lo stress da lavoro correlato è preoccupante. Abbiamo a che fare con il pubblico, magari procedure complesse e di fronte a persone arrabbiate e ci rimettiamo anche in salute".
"I contact center che sono l'ultimo anello della catena della comunicazione - aggiunge Irene - siamo quelli con meno diritti e con minor riconoscimento economico. Nel nuovo contratto deve esserci un passo in avanti su questi aspetti".