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Attualità | 17 ottobre 2019, 08:28

A Torino la residenza fittizia per le donne vittime di violenza

L'indirizzo sarebbe "via Corte d'Appello 16": con l'unificazione delle anagrafi da tutta Italia si può conoscere dove abita una persona

A Torino la residenza fittizia per le donne vittime di violenza

Una residenza “fittizia” a Torino per proteggere le donne vittime di violenza e di stalking: è questa l’ipotesi su cui sta lavorando l’assessorato alle Pari Opportunità, annunciata ieri dall’assessore Marco Giusta durante la presentazione dell’attività di Telefono Rosa.

Se l’iniziativa arrivasse a buon fine, risulterebbe così che coloro che sono perseguitate da ex mariti o fidanzati violenti risulterebbero abitanti in “via Corte d’Appello 16”. La residenza fittizia viene già usata per i clochard, ma in quel caso per permettere di accedere a prestazioni primarie come medico della mutua e assistenza da parte dei servizi sociali,

Qui invece sarebbe l’opposto: le donne potrebbero nascondersi dal loro aguzzino. Con l’unificazione delle piattaforme anagrafiche a livello nazionale, chi abita ad esempio a Roma può conoscere l’indirizzo di una persona, perché non è un dato protetto dalla privacy. In passato era necessario recarsi invece presso la città specifica, per sapere dove uno abitava. Da qui quindi la necessità di “nascondere” la residenza delle vittime.

Secondo i dati illustrati ieri da Pierangela Peila di Telefono Rosa, le donne accolte nel 2018 sono salite a 786, mentre nel 2017 erano state 738. Cresce soprattutto chi cerca aiuto online, tramite internet: l’anno passato tramite social e e-mail sono arrivate 3829 richieste.

Cinzia Gatti

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