“Modificare urgentemente il periodo degli abbruciamenti di materiale vegetale”: lo chiede Coldiretti Piemonte. Il divieto è entrato in vigore dal 1° novembre al 31 marzo. “Un arco temporale decisamente troppo ampio e ingiustificato che provoca diverse problematiche alle imprese agricole che caratterizzano determinate aree del territorio piemontese, in particolare quelle collinari e montane”.
“Il periodo di divieto va ridotto – commentano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – modificandolo dal 15 dicembre al 31 marzo. Attualmente è troppo ampio e non permette di eseguire interventi volti a mantenere puliti i boschi ed i terreni come, invece, sarebbe necessario, oltre a consentire lo svolgimento di pratiche utili soprattutto per determinati ambiti produttivi quali, ad esempio, la castanicoltura, la viticoltura, la corilicoltura e la frutticoltura. Gli assessori Marnati e Protopapa continuano a ignorare la problematica che abbiamo già fatto presente in vari modi, fin dall'insediamento della nuova Giunta regionale. Purtroppo, notiamo come pur cambiando regia in Regione, non cambi nulla nel concreto: il 2019/2020 è il secondo anno di applicazione di un provvedimento che ha forti impatti sulle produzioni agricole e sulle imprese che caratterizzano numerose aree rurali del territorio piemontese e che costituiscono un’importante fonte di reddito per l’intera regione. Solo grazie al lavoro ed alla presenza costante delle nostre aziende, è possibile preservare i territori dall’abbandono, svolgendo un insostituibile presidio rispetto all’assetto idro-geologico dell’intera regione, e mantenere un patrimonio naturale che ha una grande valenza turistica ed ambientale”.