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| 08 novembre 2019, 15:58

Insetti dannosi per le nostre piante: cosa fare? Suggerimenti e curiosità poco conosciute

L'esperto affronta lo spinoso tema di come trattare l'invasione di cimici e cocciniglie

Insetti dannosi per le nostre piante: cosa fare? Suggerimenti e curiosità poco conosciute

Buon giorno e bentornati in questa rubrica. Sono Domenico Simonetti, da sempre con la passione per le piante e per i fiori aiuto ormai da anni altri appassionati coltivatori a gestire al meglio la propria collezione di orchidee e piante varie. Potete trovarci e interagire più facilmente con quesiti e nostre risposte sul nostro gruppo Facebook “Blossom Suite - Orchidee: cura e vendita” Ci occuperemo di dare semplici consigli per gestire le piante che teniamo in casa, sul balcone o in giardino.

Con l’inizio vero dell’autunno, sono molti gli insetti che si preparano a sopravvivere all’inverno, purtroppo in modo non sempre a noi gradito e spesso nemmeno alle piante. Le cimici, come sapete, cercano di approfittare dell’apertura di una porta, di una finestra o si attaccano al bucato che poi portiamo dentro casa per trovare riparo all’interno, dove la temperatura è molto più gradevole dove poter continuare il loro ciclo vitale. Sono insetti fitofagi e polifagi, ossia si cibano tramite la bocca di linfa e liquidi succhiandoli dai fusti o dai frutti e si cibano su molte piante, non sono specifiche di una pianta sola come, per esempio, la mosca dell’ulivo. Dopo la puntura, facilmente partono delle infezioni, delle necrosi che se trascurate o numerose possono portare alla morte della pianta. Un frutto punto da una cimice è reso non commestibile per le sostanze iniettate dall’insetto che gli danno un sapore disgustoso

Quando fanno le uova dal colore chiaro, è importante individuarle ed eliminarle. Le giovani cimici, neamidi, hanno un colore ed aspetto piuttosto diverso dall’esemplare adulto.


(Cimice europea verde mentre depone uova)


(Neamide, giovane cimice dal colore nero)

Cosa si può fare quindi per liberarsi dalle cimici? Se gli esemplari sono pochi, l’azione più rapida ed efficace è quella di raccoglierle con un pezzo di carta e buttarle nello scarico. Se invece gli insetti sono molti e numerose anche le piante infestate, esistono insetticidi specifici. Devono avere una sostanza leggermente oleosa o a base di sapone di Marsiglia. Il meccanismo è quello che queste sostanze creano un velo che limita la capacità di respirare dell’insetto uccidendolo. Purtroppo questi insetti solitamente si nascondono sulla pagina inferiore delle foglie. Quindi quando fate i controlli alla pianta, cercate con molta attenzione anche nella parte inferiore delle foglie. Dall’altra, la nebulizzazione di queste sostanze non limita solo la respirazione degli insetti, ma limita anche la traspirazione delle foglie. Quindi in taluni casi sarà necessario lavare la pianta per togliere il trattamento.

Un altro modo di limitare infestazioni di cimici nelle coltivazioni è l’uso di reti antinsetto (con attenzione alla fase di fioritura nella quale insetti come le api devono poter fare il loro compito se vogliamo che la pianta sia impollinata e faccia frutti). Certamente non è una soluzione economica, soprattutto quando le superfici di coltivazione sono ampie, tuttavia evitano l’uso di sostanze chimiche, le reti durano degli anni ed è un sistema estremamente efficace.

Altra piaga per le nostre piante è costituita dalla cocciniglia, sia cotonosa che a scudetto.

Sono insetti molto piccoli che si nascondono facilmente nelle attaccature delle foglie, nella pagina inferiore della foglia, sugli steli floreali etc.

Hanno la capacità di moltiplicarsi a velocità davvero ragguardevole. Quindi è fondamentale, quando si vedono i primi esemplari di cocciniglia, intervenire immediatamente. Basterebbe trascurare la cosa pochi giorni, per trovare la pianta e, magari, le piante vicine invase di cocciniglia e debellarle è piuttosto impegnativo. Di solito sono necessari 2 o 3 trattamenti, a distanza di circa 10 giorni. Si può agire come suggerito per la cimice con una soluzione oleosa, un insetticida o anche con diluendo un cucchiaio di alcool per litro d’acqua e spruzzando direttamente sugli insetti.

Tuttavia c’è un aspetto delle cocciniglie che molti non conoscono, sebbene ci siano utilizzi sotto gli occhi di tutto. Per esempio la Kerria Lacca: una cocciniglia cotonosa che ha notevoli utilizzi industriali e che produce sostanze molto più ecocompatibili di sostanze sintetiche, derivate dal petrolio

La Kerria Lacca è conosciuta anche come cocciniglia della lacca. Questo insetto è in grado di secernere una sostanza resinosa, usata nel settore industriale per creare la gommalacca. Si tratta di un polimero naturale, la cui composizione chimica è molto simile a quella di vari polimeri sintetici ed è infatti usata come plastica naturale. La Kerria Lacca viene sfruttata anche come colorante.


(Kerria lacca su un ramo)


(Kerria lacca)

Vive sugli arbusti sulle piante arboree in maniera parassitaria. Ogni anno nascono circa 2 o 3 generazioni e danno vita a colonie molto numerose. Dalle uova escono le neanidi. Hanno già il loro apparato boccale, occhi, zampe e antenne. Subito dopo la nascita le larve si aggregano intorno a un ramoscello. La colonia conta da 50 a 100 larve per ogni centimetro cubo. La plastica naturale che producono già dopo 1 o 2 giorni di vita dalle ghiandole laccipare. Al loro interno resta la larva, dove fa la sua prima muta. Il fatto che si radunino in colonie, porta alla creazione di un unico blocchetto di lacca.

Questo insetto è originario di varie regioni tropicali e subtropicali: India, sud-est asiatico, zone meridionali della Cina. Ed è soprattutto in Cina viene sfruttato l’insetto per la produzione di gommalacca. L’uomo provoca su una pianta l’infestazione, così da ricavare la lacca. Una volta prelevata viene purificata e assume la forma di scaglie giallo/bruno.

L’attività economica che viene alimentata da questi insetti è di considerevole. La gommalacca in qualità di polimero naturale viene usato al posto di vari polimeri sintetici. Usato per la produzione di vernici impiegate per i restauri e gli strumenti musicali. Viene usato anche come additivo alimentare nel settore dei dolci. È infatti commestibile ed è usato per rendere lucide caramelle, pillole e frutta.

C’è un’altra cocciniglia, la Kermes vermilio, che come suggerisce il nome produce una sostanza, l’acido carminico, di un rosso particolarmente acceso. Tutte le volte che trovate in alimenti, cocktail come anche l’alchermes, bevande il colorante E120, sappiate che è un colorante derivato dalla cocciniglia.

Domenico Simonetti

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