Il divieto di abbruciamento nei boschi del materiale vegetale vigente in Piemonte dal 1° novembre al 31 marzo crea una serie di problemi che hanno spinto il consigliere regionale Paolo Bongioanni (Fdi) a presentare una proposta di legge che sposti la temporalità dell'inibizione all'abbruciamento.
A spiegare le ragioni che l'hanno spinto a presentare la proposta è lo stesso Bongioanni, ex direttore dell'Atl di Cuneo: "Parliamo di una problematica enorme, sentita da tutti gli operatori della montagna del territorio piemontese. Abbiamo più di 100.000 ettari montani coltivati a castagneto da frutto dove non si possono più bruciare le foglie a fine stagione". Le foglie, bruciate necessariamente in primavera a causa del divieto considerato da Bongioanni "prematuro", di fatto creano una serie di problemi nelle fasi successive. "Le foglie - è l'analisi del consigliere regionale di Fdi - restano sul fondo dei versanti, trasformando l'acqua piovana in pioggia efficace, essendo foriere di possibili alluvioni e creando problemi idrogeologici".
Tra le criticità raccolte, anche dopo aver parlato con le varie associazioni agricole del territorio, vi è poi l'inibizione delle coltivazioni dei boschi di castagno, le difficoltà della raccolta, l'impossibilità di sfalciamento dell'erba, l'impossibilità di usarle a pascolo. "E' stato constatato che in primavera addirittura vengono bruciate le gemme e nel momento della raccolta si trovano le castagne bruciate a terra" attacca Bongioanni.
Di certo l'attenzione per le comunità montane, delle aree deboli e di tutte le problematiche che le riguardano è alta. Da qui la proposta del consigliere cuneese: "Si sposti la temporalità dell'inibizione all'abbruciamento. Visto poi che la neve arriva e dall'8 dicembre aprono le stazioni sciistiche, l'idea è di spostare dal 1° novembre al 15 dicembre, l'inizio dei divieti per gli abbruciamenti, che termineranno poi il 31 di marzo come di consueto".