Non solo aziende e produzione. Il grande polo torinese che guarda verso il cielo si regala anche una Città dell'Aerospazio. Un'area da 160mila metri quadri - attualmente dismessa - che si affaccerà su corso Francia all'angolo con corso Marche e che abbinerà rigenerazione urbana e offerta culturale ad attività accademica e sviluppo industriale.
"Con questo progetto vogliamo ribadire di essere come città il cuore pulsante dell'aerospazio nazionale", scandisce Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino, insieme alla Regione tra i sostenitori (anche dal punto di vista economico) dell'operazione che interessa una zona di proprietà di Leonardo. "Vogliamo fare sistema e trasferire tecnologia, creando un impatto sociale con ciò che facciamo. Oltre 2200 studenti stanno seguendo il corso di Ingegneria aerospaziale: immaginate cosa potrebbero fare e dare alla città frequentando da vicino le aziende che operano nel settore. E allo stesso modo anche le start up devono nascere e svilupparsi in questo tipo di habitat".
Ma non solo corso Marche: "Ci sono anche aree come ex Westinghouse, Ex Avio, Spina 3 e Mirafiori. E ora ci saranno vocazioni come la rivoluzione digitale, l'economia circolare, il Manufacturing 4.0, la città della salute", spiega ancora Saracco. La Città dell'Aerospazio è una delle tessere di questo mosaico più ampio. "E accanto avremo la possibilità di sfruttare il Campo Volo storico, per fare test e prove", sottolinea Saracco. "E portare persone e studenti vuol dire attirare servizi, campi sportivi e attività commerciali, per rigenerare la città".
"Siamo leader nella produzione di sistemi aeronautici avanzati - dice Lucio Valerio Cioffi, capo della Divisione Velivoli di Leonardo - e siamo innovatori per vocazione. Vogliamo valorizzare il legame tra noi e il mondo accademico, ma anche trovare tematiche congiunte su cui attirare anche start up e pmi. La propulsione ibrido elettrica, la manutenzione predittiva, l'autonomia del volo e i carichi di lavoro psicofisici per il pilota".
"Abbiamo consapevolezza dei nostri ruoli e vogliamo essere parte della comunità di cui siamo parte - commenta Alessandro Profumo, ad di Leonardo - e questa città dimostra come si possano creare compenetrazione di competenze in un meccanismo che porta alla rigenerazione urbana".
"Tutto questo è motivo di orgoglio e di determinazione - dice Chiara Appendino, sindaca di Torino - e dovremo essere bravi a rimanere uniti e coesi, agendo in modo innovativo e dimostrando che in Italia le cose si possono fare, in tempi rapidi".
"Oggi un terzo dei nostri stipendi li paga ancora l'industria - sottolinea Alberto Cirio, governatore del Piemonte - e l'aerospazio si aggiunge a settori storici come l'automobile o l'alimentare. Tutti quanti ci crediamo perché possa essere motore occupazionale e di sviluppo della città e della Regione. Dobbiamo essere seri, anche noi del settore pubblico: siamo noi che dobbiamo dimostrare di poter mantenere la parola data in termini di tempi e di risorse. La sfida è addirittura generazionale, ovvero dimostrare che siamo in grado di affiancare eccellenze mondiali che abbiamo la fortuna di ospitare qui sul nostro territorio".
"Le risorse che abbiamo non le ho messe io, ma il presidente Chiamparino che era uno che guardava lontano, ma non bastano. Servono in tutto circa 130 milioni di euro in appoggio alle risorse che arriveranno da Roma per la questione dell'Area di crisi complessa, che adesso chiameremo Area di sviluppo complessa. Al Comune chiediamo certezza sui tempi di realizzazione. Giochiamo insieme questa partita mettendoci la faccia".
La presentazione della Città dell'Aerospazio ha di fatto aperto la seconda giornata di Aerospace & Defense meetings, che all'Oval ha fatto incontrare tutte le anime del mondo manifatturiero aerospaziale. E che non ha mancato di attirare manifestazioni critiche, come lo striscione di enormi dimensioni appeso alla passerella olimpica (e rivolto verso l'Oval) in cui si ribadisce la solidarietà di Torino verso la Terra martoriata dalla guerra del Royava, la zona abitata dal popolo curdo tra Siria e Turchia che è cornice in questi anni di pesanti operazioni militari.