Entrare nel futuro già in atto attraversando le trasformazioni visive della società attorno a noi e della terra sotto i nostri piedi. E' questo il nucleo concettuale di Becoming future, la mostra ospitata a Recontemporary (via Gaudenzio Ferrari 12 A, Torino) fino al 31 gennaio 2020.
Nel nuovo spazio, inaugurato il mese scorso come primo e unico club di video arte in Italia, sono esposte cinque opere video finaliste al Loop Discover Award, il festival e fiera più importante al mondo nel campo della video arte, da poco concluso a Bercellona: i vincitori 2019 e 2018, più una selezione delle ultime due edizioni.
In un momento storico caratterizzato dall’urgenza di prendere posizione sui cambiamenti che stanno investendo la nostra società, la mostra vuole rimettere al centro delle visioni sul futuro il rapporto tra l’uomo e il pianeta, come punto di partenza per qualunque forma di sviluppo economico, tecnologico e sociale.
Operation Jane Walk, degli austriaci Leonhardt Müllner e Robin Klenger, premiata a novembre a Barcellona, è una riflessione sull’impatto nella nostra società della realtà virtuale. Un tour alla scoperta di Manhattan, tra le sue strade, dove sono ambientate le operazioni militari del celebre videogame Tom Clancys, che rimanda a una realtà distopica. La performance video, in questo modo, mira ad appropriarsi degli spazi gioco digitali e destinarli a nuovo uso.
The Lives Beneath, Loop discover Award 2018, degli artisti tedeschi Bianca Kennedy e The Felix Kraus, è una proiezione sulla vita nel 4000, in cui piante, animali e esseri umani vivono in completa armonia. Una denuncia del rifiuto, da parte della società attuale, di vivere in armonia con la natura, "condannando" al tempo stesso il pianeta autocosciente a perdurare in eterno.
Sulle urgenze climatiche si concentra anche Fossil Place, video opera di Florencia Levy, che denuncia gli effetti delle azioni dell’uomo sull’ecosistema a partire dalla condizione di "ipersviluppo" diffusa in Cina. Diverse testimonianze sui fenomeni ambientali ed economici degli ultimi quarant'anni, tra emissioni di gas serra, fuoriuscite di petrolio e sfruttamento dei combustibili fossili.
Il tema delle trasformazioni urbane è poi affrontato attraverso dagli artisti Sotiris Tisaganos e Ionian Bisai, che con Neromanna portano il luce lo sradicamento di un'intera comunità greca, la cui città, Kallio, è stata espropriata dallo stato per venire sommersa dalle acque di un lago artificiale. ll lavoro svela così le connessioni nascoste e i conflitti tra le grandi città e le periferie, e le relazioni dell'uomo con il naturale e l'artificiale.
La mostra si conclude con il video On Demand di Eugenia Lim, una profonda denuncia della precarietà del lavoro nel XXI secolo, e di come la gig economy stia cambiando le prospettive di vita e le relazioni umane nella società contemporanea. Protagonisti, la regista stessa e diversi lavoratori di Uber, Deliveroo, Foodora e altri giganti dell'economia della condivisione. Un tentativo di sondare il significato autentico dell'a dignità umana e dell'azione collettiva nel nostro presente, tempo di lavoro atomozzato e di neoliberismo.
Becoming Future non è la prima formalizzazione del dialogo sulla video arte tra Loop e Recontemporary. Lo scorso novembre, a Barcellona, in occasione di Loop 2019, Iole Pellion di Persano con Stephen Stoyanov, ha curato Perspectives, where the body meets the mind, un percorso di lavori dalla collezione raccolti del Macba e la collezione russa della Gazprombank.
La mostra show arriverà nell’autunno del 2020 a Torino da Recontemporary, in occasione dell’art week e Artissima, per poi concludersi a Mosca.
"In uno scenario di sovra produzione come quello per l’immagine in movimento e i new media - spiega Iole Pellion di Persano, fondatrice di Recontemporary - , credo sia molto importante incoraggiare la qualità con premi e bandi che permettono di dare spazio a molteplici modi di comunicare e fare arte. Le collezioni e le istituzioni hanno sempre più un ruolo fondamentale per lo scambio culturale e per far crescere i giovani artisti".
E annuncia: "stiamo lavorando per dare vita, il prossimo anno, al Premio Recontemporary. E' possibile che venga inserito all'interno della programmazione di Torino Città del Cinema 2020. Dovrà essere una open call internazionale rivolta agli under 35. Non sappiamo ancora se sarà legata a un tema specifico, ma ci interessa soprattutto appellarci ai giovani, perché la video arte fa ancora difficoltà a imporsi a livello istituzionale".