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Politica | 24 dicembre 2019, 08:00

Alpignano, la maggioranza si sgretola nel consiglio comunale del 23 dicembre

Compatta nell’approvazione del bilancio, a fine assemblea 11 consiglieri rassegnano le dimissioni: 7 di maggioranza e 4 di opposizione

Alpignano, la maggioranza si sgretola nel consiglio comunale del 23 dicembre

Al consiglio comunale di Alpignano del 23 dicembre c’erano tutti: rappresentanti di maggioranza e di minoranza, il sindaco Andrea Oliva e i due assessori che gli sono rimasti, Morra di Cella e Castelli.
Come avevano anticipato, i quattro consiglieri di maggioranza che avevano firmato la mozione di sfiducia al sindaco, hanno voluto essere presenti per consentire l’approvazione del bilancio e quindi dare un segnale di responsabilità nei confronti dei cittadini. Però, al termine del consiglio comunale, hanno presentato le loro dimissioni al segretario comunale, dandone formale comunicazione sottoscritta.

“Al termine del consiglio comunale del 23 dicembre, i consiglieri firmatari della mozione di sfiducia presentata 10 giorni fa presentano le proprie dimissioni nelle mani del segretario comunale. Non siamo soli a compiere questo gesto: come noi, anche Giulia Bruno e Cristina Bertello hanno deciso di non sostenere ulteriormente una maggioranza che ha ormai perso la propria anima.

Questa non è che la punta di un iceberg che minaccia il nostro gruppo da almeno un anno e che porta il nome, purtroppo, del nostro sindaco. Da oltre un anno Andrea Oliva ha dichiarato di non fidarsi più del nostro gruppo, che pure lo ha sempre appoggiato, finché a fine agosto è arrivato al punto di chiedere le dimissioni del consigliere Cipriano, che in un’assemblea aveva osato esporre delle riserve su alcune scelte di priorità del gruppo. Sì, perché il nostro gruppo si differenzia dagli altri perché è un’associazione dove si decide insieme, sindaco, giunta, consiglieri e anche membri non eletti, arrivando ad una mediazione per il bene di Alpignano sulla base del progetto politico che abbiamo presentato 4 anni fa.

Non avendo ottenute le dimissioni di Cipriano, alle quali si erano opposti assessori, consiglieri e aderenti all’associazione, il sindaco ha disconosciuto l’associazione stessa e con essa i propri stessi consiglieri di maggioranza: ha smesso di frequentarne le riunioni settimanali da fine agosto e il 22 ottobre ci ha disconosciuti ufficialmente con una lettera, nella quale affermava che l’associazione “non era più assolutamente significativa nell’ambito del mio ruolo amministrativo e istituzionale” e che si sarebbe da allora confrontato con i soli capigruppo. È pur vero che un’associazione è priva di un ruolo istituzionale, ma rappresenta tutto il gruppo che ha supportato il progetto sin dal principio e nella sua evoluzione.

Da parte nostra, noi abbiamo anteposto il progetto politico continuando a lavorare per il bene della città e confrontandoci con la giunta tramite i capigruppo, per quanto una situazione in cui il sindaco non comunicava più con i propri consiglieri fosse altamente disagevole, soprattutto in un gruppo come il nostro dove le decisioni sono sempre state prese in modo collegiale.

Il 9 dicembre (dopo oltre tre mesi) abbiamo sperato di ricucire la situazione, ottenendo finalmente un nuovo incontro con il sindaco, nel quale è emersa la volontà di andare avanti senza cambi di formazione, bensì ottimizzando le nostre forze come abbiamo sempre cercato di fare. Meno di 48 ore dopo il sindaco toglieva le deleghe a due assessori, assegnando il ruolo di vicesindaco a Maria Luigia d’Abbene. Il gruppo politico, inclusa la stessa Maria Luigia d’Abbene, non ne era stato informato ed è venuto a saperlo tramite affissione sull’albo pretorio. Questo ha portato alle dimissioni di d’Abbene, gesto che non possiamo che apprezzare per l’integrità d’animo e l’onestà intellettuale che ne emergono. Non solo: contestualmente il sindaco dichiarava ai giornali di aver compiuto tale scelta con l’appoggio di noi consiglieri, con i quali invece non era stata nemmeno condivisa.

A seguito di questa azione, cinque di noi hanno proposto la presentazione di una mozione di sfiducia, non volendo rimanere in silenzio di fronte al defenestramento di tre colonne portanti del nostro progetto politico, che da soli erano stati capaci di portare un’altissima quota di preferenze alle elezioni del 2016, in ciò andando chiaramente contro non solo ai principi del nostro gruppo ma anche alla volontà dei cittadini di Alpignano.

Anche a seguito di queste azioni e della conseguente presentazione della mozione, il sindaco non si è mai presentato ad alcun incontro organizzato per cercare una mediazione tra le parti, al fine di portare avanti il progetto politico e quindi non interrompere l’operato finora svolto.

Il gruppo ha lavorato nella ricerca di una mediazione, proponendo in ultimo il ripristino delle deleghe degli assessori e la turnazione di presidente del consiglio comunale e dei capigruppo nel tentativo di restituire un equilibrio all’interno della maggioranza, senza per questo allontanare nessuno dei membri eletti. Tuttavia anche questa proposta è stata rifiutata tramite comunicazione data ancora una volta non personalmente ma tramite i capigruppo.

Lo spaccamento che si è creato non ci consente di andare avanti poiché ha snaturato del tutto i principi con i quali il nostro gruppo lavora e ha fatto perdere la fiducia e la coesione che ci avevano caratterizzato positivamente in questi anni.

Come già dichiarato, abbiamo comunque voluto responsabilmente chiudere l’anno approvando il bilancio triennale 2020-22 e le relative posizioni organizzative, garantendo in questo modo la massima capacità d’azione al commissario prefettizio, nei pochi mesi in cui traghetterà il nostro comune a nuove elezioni. Il commissario farà le veci di sindaco, consiglio e giunta, potendo contare su un bilancio approvato e su una macchina ben oliata fino all’insediamento di una nuova maggioranza”.

I firmatari delle dimissioni sono Pierpaolo Barbiani, Giacomo Bosio, Gino Cipriano, Marina Mallen ma sul carro dei dimissionari si sono aggiunti subito dopo Giulia Bruno, Cristina Bertello e Francesco Talarico sempre della maggioranza; anche se questi ultimi due hanno deciso per motivi diversi e sostanzialmente perché non avrebbe più senso proseguire con una maggioranza dimezzata.
Nei banchi dell’opposizione è stata colta la palla al balzo: si dimettono anche Gianni Da Ronco e Leonardo Tucci di Alpignano Democratica, Roberto Voerzio e Renato Mazza di Articolo Uno.
Alla vigilia di Natale è prevista l’ufficializzazione delle dimissioni. Anche se non è ancora scacco matto per il sindaco Oliva, la tenuta di questa Amministrazione è ridotta al lumicino.

Paolo Giordanino

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