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Cultura e spettacoli | 12 gennaio 2020, 10:40

Moni Ovadia alle Fonderie Limone di Moncalieri con “Dio ride Nish koshe”

Lo spettacolo da martedì 14 a domenica 19 gennaio

Moni Ovadia alle Fonderie Limone di Moncalieri con “Dio ride Nish koshe”

Martedì 14 gennaio, alle ore 20.45, alle Fonderie Limone di Moncalieri, debutta DIO RIDE NISH KOSHE di e con Moni Ovadia, con le musiche dal vivo della Moni Ovadia Stage Orchestra: Maurizio Dehò, Luca Garlaschelli, Albert Florian Mihai, Paolo Rocca, Marian Serban, per la regia di Moni Ovadia.

Le luci sono di Cesare Agoni e Sergio Martinelli, le scene, i costumi e le elaborazione delle immagini di Elisa Savi. Lo spettacolo, prodotto da CTB – Centro Teatrale Bresciano e da Corvino Produzioni, resterà in scena alle Fonderie Limone per la Stagione in Abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, fino a domenica 19 gennaio.

«Una generazione fa vi raccontavo storie di esilio, io che in esilio sono da sempre, alla ricerca della mia anima», ricorda Moni Ovadia, che torna a teatro a un quarto di secolo da Oylem Goylem nei panni del suo alter ego Simkha Rabinovich, con la inseparabile carovana errante di musicanti klezmer. Allora sei vagabondi, cinque musicisti e un narratore, approdavano in palcoscenico a bordo di una zattera. E Simkha raccontava le storie e cantava le canzoni del popolo eletto ed esiliato: canti tristi e allegri, luttuosi e nostalgici, nati per vivere le feste, le celebrazioni e i riti di passaggio del popolo che «illuminò e diede gloria alla Diaspora». Un mondo fatto di comunità grandi, piccole e minuscole, riunite attorno a una tradizione sempre viva e a una vertiginosa spiritualità.

Dopo venticinque anni di erranza, con il consueto registro che mescola umorismo e tragedia, Simkha Rabinovich e i suoi compagni di strada proseguono il racconto di quel popolo fatto di storie e canti, storielle e musiche, piccole letture, citazioni e riflessioni. Una narrazione piena di colore, tra battute fulminanti e attacchi veementi (contro chi costruisce muri, come la «prigione a cielo aperto di Gaza»). Uno spettacolo disperatamente ottimista, nello slancio verso un mondo di giustizia e di pace.

Il titolo, Nish koshe, in yiddish significa: così così. «Eccola qui - chiosa Moni Ovadia - la condizione umana».

Massimo De Marzi

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