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| 20 gennaio 2020, 20:40

Orchidea Vanda… qualche consiglio di coltivazione

Torna la rubrica "Quattro chiacchiere in giardino": oggi il nostro esperto, Domenico Simonetti, ci parla dell'orchidea Vanda

Orchidea Vanda… qualche consiglio di coltivazione

Buon giorno e bentornati in questa rubrica. Potete trovarci e interagire più facilmente con quesiti e nostre risposte sul nostro gruppo Facebook “Blossom Suite - Orchidee: cura e vendita”. Ci occuperemo di dare semplici consigli per gestire le piante che teniamo in casa, sul balcone o in giardino.

Questa volta ci occuperemo di una orchidea molto affascinante che, ormai, si trova piuttosto comunemente presso fiorai, garden e negozi specializzati: l’orchidea Vanda. Purtroppo viene quasi sempre presentata dentro vasi di vetro. Il costo mediamente non è basso perché un esemplare adulto ha già alcuni anni.

Vaso in vetro è una condizione errata in cui tenere una vanda

In natura come tutte le altre orchidee epifite cresce lungo i tronchi degli alberi, quindi anche chi la tiene appesa non è la condizione esattamente ideale, anche perché in questo modo diventa molto impegnativa da coltivare perché mediamente in casa il livello di umidità è basso, quindi le radici tendono a seccare rapidamente, a meno di continue nebulizzazioni (anche parecchie volte al giorno).

Come coltivare quindi questa bella orchidea? Dopo anni di esperimenti ho visto che sono arrivato alla stessa conclusione di molti coltivatori professionali. Ossia di prendere un vaso piuttosto grande, viste le dimensioni dell’apparato radicale, di materiale plastico perché su vasi di coccio le radici aderiscono con molta forza e in caso di eventuale rinvaso sicuramente si rompono le radici creando un danno non indifferente alla pianta, praticare numerosi fori sulle pareti in modo da garantire sufficiente ricircolo d’aria ed evitare così ristagni, muffe, etc. che potrebbero far ammalare la pianta. Poi si mette la pianta dentro e si riempie il vaso con tappi di sughero (gli stessi usati per le bottiglie di vino) o pezzi di argilla espansa, molti pezzi di carbone che hanno funzione antisettica e antifungina ed infine una manciata di lapillo poiché la vanda è anche litofita.

Un’altra soluzione per chi la volesse tenere appesa è prendere un cestino in fibra di cocco, successivamente da riempire sempre con tappi, carbone e un po’ di lapillo.

Esempio di vanda in cestini, con l’accortezza che nel tempo alcune radici possono attorcigliarsi attorno al ferro e potrebbe essere necessario un tronchese per tagliare il ferro

Per il resto, la Vanda ha il problema opposto alle comuni phalenopsis… infatti richiede molta acqua, con innaffiature quotidiane e se non è invasata fino a 5 volte al giorno in estate (vacanze comprese… quindi pensateci bene) e una concimazione settimanale oppure più diluita ogni volta che si bagna. Come temperatura, ci vogliono almeno i 18 gradi in inverno, mentre va tranquillamente oltre i 30 gradi in estate.

Come esposizione è molto più esigente. Non solo gradisce ma è necessaria se vorrete rivederla fiorita, una luce molto intensa, anche sole diretto, evitando solo le ore centrali. Per chi può, appena la minima è sopra i 18 gradi, la può mettere in un portico, sul terrazzo o sotto qualche pianta in modo che prenda sole al mattino e/o pomeriggio.

Vanda bidupensis

Vanda coerulea

Come possibili malattie c’è principalmente il fusarium che per la vanda è quasi sempre fatale.

Quando la pianta inizia a presentare macchie nere sul fusto e a perdere foglie si deve agire tempestivamente con un trattamento di previcur e antifungino.

Quando viene bagnata, soprattutto in inverno, sarebbe meglio evitare che acqua vada nelle attaccature delle foglie al fusto. A lungo andare questo potrebbe facilitare l’insorgere di malattie

Per altre informazioni vi aspettiamo sul nostro gruppo

Domenico Simonetti

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