Le ciclabili cittadine mettono a dura prova anche gli utenti più esperti, questa volta è successo alla presidente di Bike Pride, Elisa Gallo, vittima di una caduta sulla ciclabile di corso Bramante, dove gli accessi sono ad angolo retto e mal segnalati.
“Una caduta accidentale, che per fortuna ha portato solo ad una dolorosa contusione ad una spalla - commenta Elisa Gallo, presidente di Bike Pride Fiab Torino -. Ma se si vuole che sempre più persone usino la bici, come alternativa all’uso dell’auto privata e a beneficio della collettività, non possiamo accontentarci di infrastrutture complicate da utilizzare e che mettono a dura prova anche chi come me pedala da tanti anni e molti km. Servono investimenti per la manutenzione e rivedere alcune soluzioni esistenti”.
Non basta la costruzione di nuove infrastrutture ciclabili e non basta che siano protette dai veicoli pesanti, serve che siano di facile utilizzo.
Oltre agli accessi di corso Bramante da entrambi i lati, pensiamo alle chicane di corso Stati uniti, ai paletti di corso Matteotti, o ancora alle mattonelle di corso Duca degli Abruzzi, alle radici di corso Casale, alle strette ciclabili di corso Vittorio e di corso Monte Grappa.
Sono solo alcuni dei tratti di ciclabili in cui la sicurezza può essere demandata solo all’esperienza diretta di chi le usa e che conoscendone le particolarità sa evitarne i rischi.
L’associazione Bike Pride si rivolge quindi all’Amministrazione per chiedere: a quando fondi del bilancio destinati alla messa in sicurezza e alla manutenzione delle infrastrutture esistenti?
Spostare persone dall'auto alla bicicletta con evidenti vantaggi ambientali e economici, si può, ma il suo utilizzo deve essere immediato, facile e sicuro.
Ricordiamo che per l’anno sono stati investiti solo 200mila euro per la ciclabilità, insufficienti per una capitale che ha il primato di città con l’aria più inquinata d’Europa e avrebbe solo da imparare dal resto d'Europa.