"Con il disegno di legge 'Allontanamenti zero' stiamo toccando interessi per quasi 60 milioni di euro - questo è infatti il valore annuale del sistema infanzia in Piemonte -; quindi capisco che ci sia chi si preoccupa". Lo ha detto questa mattina l'assessore regionale con delega ai bambini Chiara Caucino, che ha presentato il provvedimento in base a cui il 40% delle risorse sarà dirottato dai servizi sociali direttamente alle famiglie.
"Spostiamo i fondi - ha spiegato Caucino - per darli alle famiglie, è questo che preoccupa. C'è chi parla e non è nemmeno madre, forse prima di parlare dovrebbe passare per quel sacro vincolo. Accetto qualunque critica, ma non da donne che non hanno figli. Sono arrabbiata con chi non capisce che non strumentalizzo i bambini e che il mio interesse è di tutelarli: lo faccio per mio figlio e per tutti i bambini. Perché i figli sono dei genitori e non dello Stato, al contrario di quanto credono alcune parti politiche".
"A chi si riferisce l'assessore Caucino quando fa queste accuse? - le risponde il capogruppo del Pd in Regione, Domenico Ravetti - Forse al Gruppo del Pd che, da mesi, si sta battendo perché non venga smantellato il sistema degli affidi? Forse si riferisce alla consigliera Monica Canalis: nel Gruppo del Pd c’è infatti una sola donna, non ha figli e si sta battendo per tutelare bambini vittime di situazioni tremende, bambini ai quali è stata negata l’infanzia. Se è di lei che parla Caucino allora lo dica chiaramente e non si nasconda dietro allusioni e commenti offensivi sulla donna. Nel qual caso, a fronte di una così greve e inusitata volgarità intellettuale, l’assessora altro non dovrebbe fare se non dare le dimissioni".
"I bambini non sono una proprietà, né dello Stato né dei genitori - attacca invece Stefano Lepri, deputato del Pd -. La famiglia ha la prima responsabilità sui bambini ma purtroppo alcune famiglie si rivelano totalmente inadeguate, al punto che i bambini vengono maltrattati, abusati, drammaticamente trascurati. Certo, bisogna aiutarle, sempre di più e meglio, ma ogni caso è unico". "La questione non è essere stata madre", conclude poi, "ma è essere capaci, e Caucino non lo è, di uscire dalla becera propaganda. Per favore Presidente Cirio, è ora che ci pensi lei".
"Dopo Icardi che vorrebbe chiudere i dinosauri del Pd in una torre, è la volta di Caucino che vuol tappare la bocca a chi contrasta la sua proposta di legge su allontanamento zero pur non avendo figli", ha invece commentato il segretario del Pd Piemonte, Paolo Furia. "Neanche troppo velato riferimento a chi tra le nostre fila sta seguendo, con competenza e tenacia quotidiana, la battaglia, condivisa da servizi sociali, istituzioni e associazioni, contro la sua propagandistica proposta di legge. Ora basta. Il Presidente Cirio perderà credibilità se non interverrà subito nel mettere fine a questa sceneggiata dell'assessore Caucino".
"Caucino continua a stupirci con posizioni sempre più rigide e con dichiarazioni al limite dell’assurdo", è invece l'attacco di Francesca Frediani del Movimento 5 Stelle. "L'ultima, in ordine cronologico, è quella secondo la quale le donne non madri sarebbero incapaci di entrare nel merito della materia. Dichiarazioni indegne per un’esponente di una giunta che dovrebbe ben sapere che per legiferare sono necessarie competenza e conoscenza adeguata del tema, magari supportata da numeri, statistiche e puntualità nelle osservazioni. E tutto ciò non ha nulla a che vedere con l'essere o meno madre". Concetto ribadito anche da Sarah Di Sabato, Cinzia Carlevaris e dal Gruppo Pari opportunità del M5S.
"Inqualificabili le affermazioni dell’assessora leghista Chiara Caucino, sul ruolo della donna e sulla sacralità del vincolo genitoriale come mero fenomeno biologico. Inaccettabile poi il giudizio sui manifestanti di sabato scorso, definiti sciocchi o ignoranti", ha dichiarato la sindaca di Torino Chiara Appendino.
"Se questi sono i presupposti da cui nascono le sue proposte di legge, si spiega la totale inconsistenza e dannosità del ddl “Affidamenti zero”. Il Presidente Cirio chieda - a tutela dell'onorabilità dell'istituzione che rappresenta - le scuse dell’assessora Caucino, e torni sui suoi passi sul disegno di legge in questione".
"Se le donne senza figli non possono parlare di affido, allora la Chiesa non può esprimersi in tema di famiglia? A che titolo, seguendo la stessa assurda logica, la stessa assessora potrebbe parlare di case popolari senza viverci? Il Presidente Cirio intervenga al più presto affinché la Regione non si copra ulteriormente di ridicolo", ha detto il capogruppo dei Moderati, Silvio Magliano.
Infine, il capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi: "Secondo la nostra Assessora una donna senza figli non è compiutamente donna e non ha diritto di parola in materia di infanzia (gli uomini invece dicano pure ciò che vogliono); oltranzismo teocon, con la divinizzazione del rapporto fra figlio e madre naturale e il disconoscimento totale del vincolo genitoriale, affettivo e pedagogico che si ha con i padri, con i genitori adottivi, con le famiglie affidatarie. Dal Presidente Cirio mi aspetto che chieda all’Assessora Caucino pubbliche scuse nei confronti delle donne che ha offeso".
"Dire che una donna senza figli non possa parlare di bambini sarebbe inaccettabile se lo dicesse una persona qualunque. Ma che lo dica l'assessore regionale alle politiche della famiglia e dei bambini, è indegno. Mi sembra evidente che l'assessora leghista Caucino non possa continuare a svolgere la carica che ricopre": lo scrive su Facebook la senatrice del Pd Anna Rossomando.