“Il Riparti Piemonte della Giunta Cirio, esattamente come il Bonus Piemonte, è un fuoco di paglia che si incendia subito e che, con le sue fiamme altissime, illumina e scalda la notte, ma che, altrettanto rapidamente, si spegne, lasciando i piemontesi nel buio di una crisi che continua a essere lunga e profonda. Il Partito Democratico ha provato, con proposte concrete, a correggerne le storture e gli errori, ma in molti casi siamo rimasti inascoltati”, affermano il Presidente e il Vicepresidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti e Raffaele Gallo, relatore di minoranza del provvedimento.
“Il Riparti Piemonte – prosegue Ravetti – si distingue per la scarsità di nuove risorse: circa 50 milioni e non certo i 700 milioni annunciati da Cirio.”
“80 articoli – spiega Gallo – che non esprimono nessuna visione di politica industriale, ma esclusivamente interventi di carattere emergenziale. Solo grazie a un emendamento del Pd, infatti, è stato previsto uno strumento per sostenere quegli imprenditori che investiranno nella ricapitalizzazione delle proprie aziende con una visione a medio termine. Le tanto sbandierate semplificazioni che dovrebbero rilanciare l’edilizia sono una deregulation totale e rischiano di rovinare l’ambiente e il paesaggio”.
“Saranno i piemontesi, purtroppo – concludono Ravetti e Gallo – a pagare le conseguenze di un provvedimento raffazzonato e profondamente debole che, invece, avrebbe dovuto e potuto essere una grande occasione di scrittura della politica economica dei prossimi anni con misure concrete di sostegno, ma anche di effettiva ripartenza e di rilancio del Piemonte”.
Molto severo anche il commento di Marco Grimaldi, capogruppo in Regione di Liberi Uguali Verdi: "Oggi non ci resta che chiedere scusa a tutti gli esclusi dal 'Riparti Piemonte', ma forse sarebbe meglio chiamarlo 'Marchette e bitume Piemonte'. Ci siamo battuti fino all'ultimo per non lasciare nessuno indietro, ma la maggioranza non ha voluto mostrare la minima apertura e, per danneggiare le opposizioni, ha colpito tanti che in questi mesi non hanno ricevuto alcun sostegno”.
"Fatta eccezione per la richiesta di incremento da 8 a 10 milioni del fondo per i lavoratori non coperti da cassa integrazione, nessun altro dei nostri emendamenti è stato accolto” - prosegue Grimaldi - “col risultato che la Regione nega il bonus una tantum per esempio a fotografi, cioccolatai e pastifici, palestre, tipografie e copisterie, lavanderie e tintorie; e si rifiuta di aumentare le borse di specializzazione per i giovani medici, di cui il territorio ha mostrato di avere un vitale bisogno, di integrare il fondo per gli indigenti, di concedere una forma di rimborso a tutti i tirocinanti rimasti senza reddito dall'inizio della crisi, di contribuire alle spese per i dispositivi di protezione dei rider che non hanno mai smesso di lavorare durante l'emergenza, di sostenere gli autonomi e i free lance 'senza bottega' che vivono gli spazi di coworking, nonché di mostrare solidarietà nei confronti degli studenti fuori sede costretti a restare nelle residenze universitarie”.
“Abbiamo presentato oltre quaranta emendamenti di merito, si trattava di spese assolutamente sostenibili per la Regione” - conclude Grimaldi - “per cui questo muro di gomma non è motivato da nessuna ragione reale se non dalla volontà di non concedere nulla alle opposizioni, danneggiando però tanti che da mesi stanno già pagando”.
Molto severo anche il commento del gruppo regionale M5S Piemonte: "Mance distribuite senza criterio, tante categorie escluse ed una lunga serie di norme che permetteranno una vera e propria colata di cemento. E' questo, in buona sostanza, il tanto sbandierato “Riparti Piemonte” di Cirio e della Lega".
"Un provvedimento ingiusto e senza prospettiva per la parte economica e con effetti devastanti per l'ambiente ed il paesaggio. Ci siamo rifiutati di prendere parte alla votazione per evitare di essere accostati, in qualsiasi modo, a questo scempio. Questa Giunta guarda al futuro come avveniva negli anni '50, ignorando gli interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico e pensando che il cemento possa risolvere i problemi. Più cemento significa invece: maggiore rischio idrogeologico, meno sicurezza per i cittadini e nuove spese per porre rimedio ai danni di alluvioni ed esondazioni".
"Inoltre gli articoli in materia di urbanistica, oltre ad essere pericolosi per l’ambiente, prevedono norme che potrebbero essere anticostituzionali. In caso di incostituzionalità i Comuni, le imprese ed i cittadini avranno perso tempo prezioso e risorse. Questa legge è la più grande dimostrazione dell'incapacità della Giunta Cirio a governare il Piemonte. Gli effetti li pagheranno, purtroppo, i cittadini piemontesi".
"Famiglia e libertà di educazione: valori ai quali questa Maggioranza in Regione tiene solo a parole. Al momento di votare, infatti, li abbandona puntualmente, rimangiandosi promesse e affermazioni di principio. L'Amministrazione Cirio perde un'occasione storica, destinando alle famiglie del Piemonte una percentuale prossima allo zero delle risorse disponibili", attacca Silvio Magliano, Presidente del Gruppo Consiliare dei Moderati.
"Ci saremmo aspettati molto più coraggio. Avevamo l'occasione di intervenire su tante fragilità: l'abbiamo buttata".