Sono giorni movimentati per le sale cinematografiche torinesi. Dopo la pubblicazione dell’ultimo Dpcm l’11 giugno, che modifica in modo sostanziale le normative più stringenti per la ripresa del settore, da domani la ripartenza sarà graduale e non massiva, distribuita nel corso dei mesi estivi.
“Le regole sulla gestione delle sale – commenta il coordinatore di Aiace Torino Enrico Verra – sono impegnative per diversi aspetti. Innanzitutto quello economico, perché richiedono, tra le altre cose, un incremento del personale di sala, avendo allo stesso tempo posti ridotti. E poi c’è la difficoltà di coniugare l’attività dei cinema con le aree esterne predisposte dal Comune per l’estate. Credo che dalla prossima settimana, allo scadere del bando, si saprà quali saranno. Di certo a Torino la maggior parte delle sale, a oggi, ha prospettato la riapertura per fine agosto, come il circuito di Lorenzo Ventavoli (Nazionale, Romano, Eliseo) e quello di Gaetano Renda (Due Giardini, Fratelli Marx e Centrale). E anche Reposi, Ideal, Greenwich. Ci sembra evidente che la scelta degli spettatori ricadrà più facilmente sui cinema all’aperto”.
“Oltre ai costi delle singole sale – continua Verra – c’è da considerare il grande problema delle uscite. Quali film sono disponibili, dopo il lockdown? Le grosse distribuzioni hanno infatti rimandato le uscite all’autunno, e durante la quarantena i set erano fermi. L’estate, di per sé, è una stagione con forte carenza di pubblico. Da parte nostra, daremo sicuramente sostegno e supporto alle arene estive che saranno gestite dai cinema inseriti nel circuito Aiace”.
Come detto, dopo l'allarme lanciato dagli esercenti e dal presidente dell'Anica Francesco Rutelli sulle norme per le riaperture dei cinema giudicate "astruse", sono stati apportati diversi interventi su alcuni dei punti più contestati dagli operatori, come la norma che prevedeva la mascherina per tutto il tempo anche in sala.
Ora, nella scheda tecnica per cinema e spettacoli dal vivo, si spiega che tutti gli spettatori devono indossare la mascherina "dall'ingresso fino al raggiungimento del posto (per i bambini valgono le norme generali) e comunque ogni qualvolta ci si allontani dallo stesso, incluso il momento del deflusso". Sarà quindi permesso toglierla una volta seduti e di conseguenza sarà possibile consumare in sala i prodotti acquistati nei punti ristoro, che possono essere riaperti, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza. La capienza massima sarà di 200 spettatori e andrà mantenuto "almeno 1 metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione dei componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi o per le persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale".
Il presidente dell'Associazione Nazionale Esercenti Cinema Mario Lorini ha ringraziato per questo risultato il ministro Dario Franceschini e la "determinante azione della Conferenza delle Regioni". Il cinema in Italia, commenta, "può ripartire uniformemente a quanto avviene nei principali mercati europei, dimostrando di essere pienamente allineato anche sotto l'aspetto della sicurezza degli spettatori e tutela dei nostri collaboratori".
Al momento l’unica certezza, a Torino, sembra essere la riapertura del Cinema Massimo, prevista giovedì 18 giugno, con una programmazione articolata e specifica per tutte e tre le sale, dalla ripresa dei film distribuiti poco prima del lockdown alle retrospettive e le proiezioni in lingua originale.
“Siamo molto contenti e lasciamo che faccia da apripista per tutti gli altri – ha commentato Ambra Troiano dell’Ambrosio -; sicuramente noi non saremmo stati pronti a riaprire il 15 giugno, dopo la pubblicazione del Dpcm solo pochi giorni fa. Ci fa piacere che sia stato eliminato l’obbligo di mascherina per gli spettatori seduti in sala. Ora dobbiamo organizzarci soprattutto per redigere la lista del pubblico da tenere due settimane, esattamente come accade nei ristoranti. Perché è vero che abbiamo sempre dato la possibilità di prenotare, ma tanti arrivavano direttamente in cassa pochi minuti prima della proiezione”.
Ma l’Ambrosio punta anche sul cinema all’aperto, partecipando al bando cittadino in scadenza il 17 giugno per l’allestimento di arene dal 24 giugno al 30 settembre, suddivise in due tipologie. Le Grandi Arene dovranno accogliere almeno 200 posti a sedere, cinque o più proiezioni settimanali e un numero di giornate effettive di programmazione - anche non consecutive - non inferiori a 30. Le Piccole Arene, invece, dovranno essere dotate di un numero di posti non inferiore a 50, almeno due proiezioni settimanali e non meno di quindici giorni di spettacoli.
“L’outdoor ha una serie di vantaggi – spiega ancora Troiano –, perché è costoso, ma garantisce più tutele e sicurezza, a livello di percezione del pubblico. Continua a esserci molta paura, nel frequentare gli ambienti chiusi per più ore consecutive. Tuttavia il nostro pubblico ci ha scritto diversi messaggi, ultimamente, chiedendoci di tornare. Noi quindi ci teniamo pronti per i primi di luglio, sia all’esterno, se la nostra proposta verrà approvata, sia nelle nostre sale di corso Vittorio Emanuele II”.