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Eventi | 17 giugno 2020, 11:40

Notizie flash dal mondo, dove il virtuale è materia del reale: l'esperimento di Radio International

Il nuovo spettacolo di Acti Teatri Indipendenti, in scena il prossimo autunno, ha vissuto, nei mesi di lockdown, un intenso lavoro di prove da remoto, aperte ad altri utenti su Zoom a inizio giugno

Notizie flash dal mondo, dove il virtuale è materia del reale: l'esperimento di Radio International

Un’emittente radiofonica che lotta tutti i giorni tra il dovere di cronaca e la necessità di sopravvivere. All’interno, i fili intrecciati dei rapporti interpersonali tra le voci che la animano, fatti di screzi tra cronisti, solidarietà, incomprensioni, latenti passioni, gelosie e spirito di sacrificio in nome di una causa superiore: la libertà di comunicazione unita alla difesa della dignità umana. Così si articola la storia di Radio International, il nuovo spettacolo di Acti Teatri Indipendenti che, partendo da testi scritti da Hamid Ziarati e Beppe Rosso, con le improvvisazioni degli attori Lorenzo Bartoli, Francesco Gargiulo, Barbara Mazzi e Adriano Antonucci, e gli interventi sonori e visivi di Lucio Diana e Massimilano Bressan, è stato protagonista di un’innovativa sperimentazione virtuale durante i mesi di lockdown.

Il cast si è infatti ritrovato a provare per diverse settimane sulla piattaforma Zoom, in attesa di portare l’opera finalmente sui palchi nell’autunno. Ne è nata una serie di sette puntate – con due giornate di prove “aperte” ad altri utenti il 7 e l'8 giugnodove gli attori, seguendo il filo conduttore della questione migratoria e delle derive dei nazionalismi europei, hanno costruito la trama frizzante, giocosa, ma anche riflessiva e strettamente in dialogo con i difficili equilibri geopolitici che dipingono la nostra attualità.

Lo spettacolo avrebbe infatti dovuto debuttare nel mese di aprile, come azione finale di restituzione del progetto transfrontaliero Alcotra MigrACTION – Generazioni in movimento, che visto la collaborazione di Italia e Francia. Nell’impossibilità data dalla quarantena, “dopo un primo momento di smarrimento – spiega Rosso -, abbiamo deciso di continuare a lavorare, a partire dal 13 marzo, a distanza. Tre mesi circa di prove. Era da molto che non avevamo a disposizione un tempo così lungo e tranquillo, e abbiamo avuto l’opportunità di riscoprirne il valore”.

Lo spettacolo – continua - verrà messo in scena per tutto il mese di ottobre e la prima di novembre. Ogni settimana si presenterà una puntata, saranno cinque in totale. Un esperimento per capire quanto il pubblico ci starà dietro e quanto apprezzerà la serialità. E poi c’è la questione degli spazi: a San Pietro in Vincoli, secondo le attuali normative, potremmo accogliere un massimo di 30 persone; l’idea sarebbe quindi di creare in parallelo una trasmissione in streaming, ma a pagamento, per chi vuole seguirci da casa”.

“In teatro dovremmo ricreare l’atmosfera costruita in questi mesi, facendo fruttare i vantaggi emersi. A cominciare dall’espressività data dall’uso del primo piano in video, solo inizialmente limitante, così come la rapidità dell’improvvisazione. Allo stesso tempo, su una piattaforma come Zoom, priva di sfumature, ogni cosa dev’essere trasformata in azione, acting, togliendo molti fronzoli superflui. Altro elemento fondamentale è poi la necessità di un grande e costante ascolto tra gli attori”.

Il lavoro dietro a Radio International, quindi, sta attraversando una seconda fase elaborativa, per poter dare forma a un prodotto adatto alle dinamiche del palco. “Ora il testo dev’essere innanzitutto sfrondato – sottolinea Rosso -. In tanti, tra coloro che hanno seguito le prove aperte, ci hanno detto: perché non continuate così, sul web funziona. Ma per noi questo è stato solo un mezzo, non un fine. Forse una traccia del lavoro svolto rimarrà, sulla scena, però il teatro si fa dal vivo”.

“Siamo comunque molto soddisfatti di quanto fatto – precisa il regista -, si è creata una grandissima sinergia d’équipe. Siamo riusciti a costruire un terreno di gioco comune, individuando alcuni format e modalità che permettano di improvvisare, ripetere e arricchire il testo e le situazioni, un metodo, insomma, funzionale in remoto”.

E conclude: “Faremo soprattutto tesoro del preziosissimo e riscoperto tempo della creazione. Generalmente siamo tutti presi da un certo bisogno di velocità ed economia, un affanno costante. Per provare da remoto abbiamo passato due ore e mezzo al giorno insieme, poi ciascuno lavorava per conto proprio. Ora il timore è che tutto il sistema ritorni come prima, finendo di nuovo incravattati dal tempo”.

Manuela Marascio

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