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Attualità | 15 luglio 2020, 15:36

Il Polo del '900 cresce: pubblico più giovane, sviluppo sostenibile e aumento del digitale

Presentato il bilancio sociale 2017/19: +40% di pubblico nuovo, catalogazione online di oltre 400 mila fonti e 1850 eventi per la maggior parte a ingresso gratuito. Nel futuro, offerta ibrida che integra la fruizione da remoto

Il Polo del '900 cresce: pubblico più giovane, sviluppo sostenibile e aumento del digitale

Centro culturale unico nel suo genere, capace di riunire 22 enti per offrire una proposta di studio, ricerca, intrattenimento e divulgazione attorno ai principali temi del secolo scorso e quello attuale. Nasceva nel 2016 il Polo del '900 di Torino, con l'obiettivo di aprirsi alla cittadinanza in diverse fasce d'età, per riempire i suoi spazi polivalenti di attività sempre stimolanti e trasversali. Oggi, di quel palazzo juvarriano in via del Carmine riqualificato e dei suoi animatori, viene presentato il bilancio sociale, riferito ai primi tre anni di vita, dal 2017 al 2019, per fotografare il suo processo evolutivo e gli obiettivi futuri, nel segno di una costante innovazione comunitaria rapportata agli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

"E' il risultato di uno screening collettivo che ha chiamato in causa molti dei protagonisti di questa avventura unica in Italia - ha commentato il presidente Sergio Soave -. Seppur faticosamente, il Polo ha sempre cercato di aderire alle volontà e alla finalità consegnateci dai soci fondatori. Ringraziamo quindi tutte le istituzioni per il sostegno che continuano a rivolgerci, credendo in questo progetto". 

"Un lavoro che mostra al suo interno le strade da percorrere - ha dichiarato l'assessora comunale alla cultura Francesca Leon, intervenuta alla presentazione -, aprendo prospettive. Il Polo in questi anni si è consolidato, diventando un luogo aperto, permeabile e sensibile alle problematiche del nostro tempo. Credo che oggi possa uscire dai propri confini, andando a incontrare direttamente la popolazione di riferimento". 

Il bilancio si concentra sui risultati conseguiti in riferimento a specifiche aree di innovazione, dalla governance alla collaborazione con gli enti, dalla valorizzazione del patrimonio alla gestione del pubblico. Ne emerge un quadro incoraggiante di crescita quantitativa e qualitativa, dagli esordi fino a oggi.

"Dei 19 enti iniziali - ha spiegato il direttore Alessandro Bollo - siamo arrivati agli attuali 22, estendendo la nostra azione fuori dai confini torinesi, a livello regionale. Il risultato è un modello vincente di integrazione sperimentale, in nome di una nuova sostenibilità".

Raccogliendo nello spazio unico di Palazzo San Celso e San Damiano - 800 mq - più servizi per i cittadini (biblioteche, sale lettura, aree espositive, didattiche e per bambini...), il Polo rappresenta oggi un mix di servizi funzionale, gratificato dagli accessi numerosi. In poco più di mille giorni dall'inaugurazione, si sono infatti registrate 203.415 presenze totali, con una crescita del 39%.

"Ospitando 1850 eventi in stragrande maggioranza gratuiti - ha sottolineato Bollo -, siamo felici di riscontrare oggi un aumento del 4% del pubblico under 35 tra il 2018 e il 2019, e un buon 42% di visitatori nuovi solo l'anno scorso". Resta poi alto il dato degli utenti fidelizzati, pari al 23%. Un'adesione certamente incrementata dal passaggio di illustri intellettuali e artisti tra le sale del Polo, da Gad Lerner a Michelangelo Pistoletto, da Neri Marcoré a Michela Murgia, fino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Trai i gioielli partoriti in questi tra anni di attività, sicuramente spicca 9centRo, piattaforma open source sviluppata da Promemoria srl, che integra e valorizza il patrimonio degli enti, rendendolo fruibile online (si contano a oggi oltre 400 mila tra fonti archivistiche e bibliografiche, con 142 mila risorse digitali testimoni della storia del Novecento).

E proprio dal digitale ora il Polo vuole ripartire. "E' nostra intenzione - ha concluso Bollo - comprendere con più maturità e consapevolezza i processi di trasformazione digitale, per entrare appieno a farne parte. I mesi di lockdown hanno testimoniato quanto grande sia la risorsa di certi mezzi. Punteremo quindi su un'offerta culturale ibrida, con una programmazione di iniziative in presenza integrate da modalità in streaming". 

Manuela Marascio

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