Una lettera: è bastato questo a cancellare una tradizione che va avanti ininterrottamente da 61 anni, ma che in realtà affonda le sue origini negli Anni Trenta del Novecento.
La partita, che la Juventus organizza tra titolari e riserve (magari ragazzi della Primavera) per sancire la fine della preparazione atletica estiva e dunque l'inizio dell'attività agonistica vera e propria, è un evento che fa salire il paese di Villar Perosa, in Val Chisone all'onore della cronaca sportiva ma non solo.
Specialmente l'edizione 2018 aveva gli occhi del mondo puntati addosso, perché coincideva con l'esordio di Cr7 in maglia bianconera.
A remare contro un evento ormai sedimentato nella tradizione locale, un territorio da sempre molto legato alla famiglia Agnelli e dunque a uno dei suoi "giocattoli" preferiti, la combinazione tra il calendario e le regole di distanza sociale imposte dall'emergenza sanitaria. Entrambe dunque fanno capo al Covid-19, che da un lato ha imposto misure severe per gli eventi pubblici e dall'altro ha letteralmente rivoluzionato la stagione sportiva del calcio di serie A, che deve ancora terminare il campionato 2019-2020 e che ad agosto dovrà fare fronte agli impegni internazionali di Champions league, ammesso che la Juve passi il ritorno degli ottavi di finale contro il Lione.
Una lettera, si diceva: quella che Andrea Agnelli, numero uno in casa bianconera, ha spedito all'Amministrazione di Villar Perosa. Con tante scuse e l'ufficialità che, questa volta, Juve A - Juve B dovrà essere rimandata per cause di forza maggiore. Magari coltivando il sogno con le grandi orecchie.
Intanto in Comune erano già pronti all'annullamento, ma si stanno preparando per il prossimo anno: «Ci impegneremo infatti a salutare con tutta la nostra comunità ed il popolo juventino i 90 anni della partita in famiglia e lo faremo con un programma di eventi ambizioso e coinvolgente» annuncia il sindaco Marco Ventre, che è di fede calcistica bianconera.