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Politica | 23 settembre 2020, 11:43

Corte dei Conti, bordata su Finpiemonte: "Meccanismo gestionale poco lineare e opaco"

Nel 2019 il disavanzo complessivo della Regione Piemonte si è ridotto di 300 milioni. La sanità costa 8,8 miliardi di euro, più del 70% della spesa complessiva

Corte dei Conti, bordata su Finpiemonte: "Meccanismo gestionale poco lineare e opaco"

"Con riguardo a Finpiemonte S.p.A. destano perplessità la gestione del rischio di credito e la gestione della liquidità. In ordine al primo aspetto, è stato rilevato un meccanismo gestionale poco lineare e opaco nella misura in cui vi è una commistione nella gestione di risorse finanziarie che sembra sfuggire ad una loro corretta e trasparente rappresentazione nei bilanci dei soggetti giuridici coinvolti, dal momento che i crediti derivanti dall’erogazione delle agevolazioni sembrano essere gestiti per flussi, senza emergere nel bilancio della Regione al momento del loro sorgere, sebbene l’Ente rimanga proprietario delle risorse finanziarie fino all’erogazione del beneficio e ne sopporti ogni rischio connesso alla mancata restituzione”. È quanto dichiarato stamattina dalla Corte dei Conti del Piemonte, che ha presentato il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2019.

Secondo i magistrati contabili “pur non ravvisando motivi per ritenere che tale gestione possa gravare sugli equilibri del bilancio regionale determinando impropri ampliamenti della capacità di spesa, non si può sottacere come la stessa ponga dubbi sulla trasparenza delle operazioni poste in essere che, dal punto di vista contabile, appaiono sfuggire ad una puntuale ed analitica rendicontazione, rimessa verosimilmente alla documentazione extracontabile intercorrente fra la Regione e Finpiemonte S.p.A. per cui, per la tardiva e limitata riconciliazione, l’entità complessiva dei crediti è fuori controllo con il rischio che si perdano le tracce di ingenti risorse di cui la Regione è creditrice”. Per la Corte “tale rilevante criticità è dimostrata dall’accumulo di crediti deteriorati per un importo di circa 121 milioni di euro riconducibili a più di 3.800 posizioni relative alle agevolazioni concesse e non restituite e che adesso Finpiemonte S.p.A. non è in grado di recuperare, tanto da dover ricorrere al mercato per poterli cedere.

Detta situazione fa emergere con netta evidenza l’esigenza di operare con immediatezza una significativa rivalutazione delle modalità di gestione di tali risorse finanziarie, adottando migliori standard organizzativi”. E infine: “Da tale condizione di diffusa opacità e inefficienza, peraltro, dovrebbe scaturire, per un verso, l’adozione di adeguate misure riorganizzative volte ad assicurare anche una regolazione contabile più trasparente e lineare dei crediti derivanti dalle erogazioni delle agevolazioni concesse dalla Regione per il tramite di Finpiemonte S.p.A. e, per altro verso, l’attuazione di più efficaci e tempestivi controlli al fine di accertare un miglioramento nella gestione che possa evitare il reiterarsi di un eccessivo accumulo di crediti deteriorati, con conseguente dispersione di ingenti risorse pubbliche”. Ad aprire la seduta è stata la presidente della Corte Maria Teresa Polito: “È apprezzabile che nel 2019 la Regione Piemonte abbia proseguito la linea di rigore intrapresa nei precedenti esercizi, migliorando ancora il proprio disavanzo e proseguendo quel trend avviato negli anni precedenti. È evidente che il principio di continuità della gestione con gli esercizi precedenti comporta delle conseguenze, la più importante di esse è rinvenibile nel dover “fare i conti” con le situazioni pregresse e spesso con l’indebitamento che assorbe risorse e condiziona il futuro, un indebitamento eccessivo, rende difficile erogare servizi essenziali ai cittadini. È quindi necessario invertire la tendenza ed indirizzare l’indebitamento non a spese correnti ma a spese di investimento, le uniche che assicurano prospettive di sviluppo e di occupazione nei relativi territori. E’ evidente che il debito cattivo è quello improduttivo che sarà ripagato dai giovani, dalle nuove generazioni che non possono essere caricate da un’insostenibile eredità, non possiamo privarli del futuro creando una delle forme più gravi di diseguaglianze”. In particolare, nel 2019 il disavanzo complessivo si è attestato su – 6,228.640.703 di euro, riducendosi per più di 300 milioni di euro, rispetto al 2018 quando era pari a – 6.605.268.519 euro. L’indebitamento dell’Ente è in progressiva diminuzione e si attesta sui 5 miliardi di euro.

“Nel corso del 2019 - spiegano dalla Corte - le entrate complessive della Regione Piemonte sono pari a 13,6 miliardi e le spese complessive ammontano ad oltre 13, 7 miliardi. Il risultato di cassa si attesta a circa 161 milioni di euro”. La principale voce di spesa è riferita al settore sanitario, è pari a circa 8,8 miliardi e incide per oltre il 70% sulla spesa complessiva della Regione. Dalla relazione stilata dai magistrati contabili, emerge che la maggior parte della spesa sanitaria è di natura corrente, con gli investimenti che si attestano a circa 245 milioni di euro, circa 1,8% dell’intera spesa regionale. Sul punto Polito ha spiegato che “il settore sanitario, nonostante i grandi sforzi di medici e operatori, a cui va la nostra gratitudine, presenta diverse debolezze e va rinforzato considerando anche i profili indirizzati alla prevenzione, ecco perché appare molto preoccupante l’incremento dei ritardi sulle liste d’attesa. In tutti settori la spesa per investimento si attesta intorno al 3,4% e anche nel settore sanitario tale percentuale, seppure più elevata rispetto al 2018, non raggiunge neanche l’1%, appena lo 0,9% dell’intera spesa”.

Marco Panzarella

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