Oggi la Primotecs di Villar Perosa e Avigliana ha presentato il piano industriale. Un disegno che divide le opinioni dei sindacati e che punta a una ristrutturazione e a un taglio dei costi aziendali per 9 milioni di euro, di cui 3 dall’eliminazione degli accordi sindacali frutto della contrattazione di secondo livello (mensa, premio di risultato...). Mentre pare tramontata invece l’intenzione di fare cassa vendendo i macchinari in disuso o non più utili per la produzione dei due stabilimenti.
L’azienda punta a un fatturato in crescita del 30% nel 2020 e nel 2022 intende tornare allo standard pre Covid, ma il piano lascia molte perplessità ai sindacati.
Per il Fali: «È costruito in maniera credibile e il rafforzamento di engineering e customer fa pensare alla volontà effettiva di cercare numerosi clienti, ma la parte sul recupero finanziario è irricevibile per quanto riguarda i tagli alla contrattazione di secondo livello» è il parere del segretario generale Ivan Verney.
Mentre Arcangelo Montemarano, responsabile della Fim Cisl, è più dubbioso: «Più che un piano industriale, mi sembra un piano finanziario, perché non ci sono iniezioni di capitali».
La prossima settimana partiranno gli incontri con le rsu, martedì ad Avigliana e mercoledì a Villar Perosa, per definire la questione della contrattazione secondaria.
L’apertura al dialogo dei sindacati c’è, ma la loro scelta è di fare fronte comune con una riunione tra rsu lunedì. L’opinione condivisa da Verney e Montemarano, infatti, è che non ci devono essere misure unilaterali: «Siamo pronti a discutere, ma non ad accettare una disdetta punto e basta. Ci vuole un’intesa che non penalizzi i lavoratori e che faccia parte di un piano di rilancio».