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Sanità | 20 ottobre 2020, 19:07

“Qui è un turn-over continuo di pazienti”: viaggio all’interno dell’Oftalmico, Covid-Hospital di Torino [VIDEO]

Tra cantieri continui e lotta in prima linea nei reparti, il messaggio di speranza di Michele Morandi, direttore sanitario dell’Oftalmico: “Il via vai continuo? Vuol dire anche che curiamo i pazienti più velocemente”

“Qui è un turn-over continuo di pazienti”: viaggio all’interno dell’Oftalmico, Covid-Hospital di Torino  [VIDEO]

All’Oftalmico il rumore sommesso dei trapani che lavorano senza sosta è spezzato solo dal suono acuto delle ambulanze che vanno e vengono dal Covid-Hospital alle spalle di piazza Statuto. 

Qui, nel pieno centro di Torino, i ritmi di vita sono scanditi dai piani: al terzo sono ricoverati i pazienti Covid. Il personale sanitario è bardato dalla testa ai piedi, ci sono venti letti e sono tutti pieni. Quando se ne libera uno, dopo due ore è già occupato da un altro paziente. Al secondo piano il reparto è pronto e finito, in grado di ospitare le prime persone già tra qualche giorno. Il primo piano è invece un cantiere, mentre nel quarto verranno realizzate le terapie sub-intensive, sperando di non doverle mai utilizzare.

In questo momento la situazione è di un costante invio di pazienti a bassa e media intensità che hanno saturato i primi 20 posti letto attivi del presidio” spiega Michele Morandi, direttore sanitario dell’Oftalmico. E’ qui che vengono ricoverati pazienti che vengono trasferiti in via di remissione da altri presidi ospedalieri a più alta intensità di cura. Il turn-over è estremamente elevato: “Non appena dimettiamo, nell’arco di poche ore vengono rioccupati i posti letto”. 

Un dato che ha due interpretazioni. “Il fatto che ci sia questo via vai, se da una parte indica un incremento degli ingressi, dall’altra evidenzia anche un incremento delle dimissioni” afferma Morandi. Potrebbe essere visto come un fattore migliorativo rispetto alla prima ondata: "Tra marzo e aprile, nei nostri 57 posti letto, le degenze erano estremamente più lunghe. I pazienti stazionavano molto tempo e avevano un profilo di assistenza elevato. Il turn over rapido ci indica che i pazienti migliorano e vengono dimessi” spiega direttore sanitario dell’Oftalmico. 

 

L’ospedale, scelto dal presidente Alberto Cirio per ospitare i pazienti positivi al Coronavirus al posto delle Ogr tornate alla funzione naturale, è pensato per aumentare la capienza con il passare del tempo: una volta formate le equipe mediche ed infermieristiche, infatti, verrà inaugurato un altro “piano Covid” con 20 posti letto, a cui andranno ad aggiungersi 22 posti di ricovero ordinario e 15 di terapia sub-intensiva entro fine novembre.

I lavori per renderlo operativo al 100%, in vista di un probabile aumento dei casi, procedono quindi a passo spedito. L’unico iter che sembra andare un po’ a rilento riguarda la costituzione delle equipe mediche e infermieristiche: l’obiettivo infatti è avere personale preparato, senza però toglierlo da altri servizi sanitari essenziali. Un equilibrio non semplice da raggiungere. I vertitici della sanità piemontese, per questo motivo, guardano sempre con molta attenzione al “paziente medio” ricoverato presso i reparti Covid. Per capire quanto forte e virulenta sarà la seconda ondata di Coronavirus e modellare spazi e ospedali della regione.

Morandi, che dirige il Covid-Hospital torinese, una prima idea sembra essersela già fatta: “Io personalmente non ho un contatto diretto con i pazienti, ma posso riferire ciò che ho sentito dai colleghi in prima linea all’interno dei reparti: il setting medio di cura, assistenziale, è decisamente più favorevole rispetto a quello della prima ondata”. Pericolo scampato, dunque? Assolutamente no, come spiegato dallo stesso dottore: “Questa è una speranza, che non deve mai fare abbassare la guardia”.

Andrea Parisotto

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