Il Partito Democratico nazionale ferma le attività in presenza degli iscritti e le primarie del centro sinistra per il candidato sindaco da presentare alle elezioni 2021 si ritrovano improvvisamente a forte rischio.
Il Covid-19, tra le tante implicazioni che vanno oltre l'aspetto sanitario, rischia infatti di far saltare le primarie previste dalla coalizione di centrosinistra per il 6 e il 7 febbraio prossimo. A renderlo noto è il Pd torinese dopo aver ricevuto una circolare dal responsabile dell'Organizzazione del partito Stefano Vaccari in cui si "invitano le Federazioni a sospendere le attività avviate dal PD per la preparazione di momenti ove sia previsto il coinvolgimento di iscritti ed elettori, e tra questi anche le Primarie".
Il Responsabile dell' Organizzazione della Federazione di Torino, Saverio Mazza, ha chiesto a Vaccari una interpretazione specifica sulla realtà torinese, dato che le primarie previste dalla coalizione di centrosinistra per il 6 e il 7 febbraio prossimo, sono ancora in una fase “istruttoria” e la raccolta delle sottoscrizioni utili per la presentazione delle candidature, si svolgerebbe dal 1° dicembre. Una data che, nella situazione attuale, si collocherebbe oltre la vigenza del DPCM oggetto della nota del Nazionale. "Noi ora siamo in dirittura di arrivo per completare gli adempimenti necessari: approvazione del regolamento e sottoscrizione del manifesto sono previsti nella prossima settimana. Vedremo poi se le misure dell'attuale dpcm verranno prorogate e con loro le indicazioni del partito", spiega Mazza.
Va da sé che se le primarie dovessero essere messe in soffitta causa Covid, la decisione su quale candidato sindaco appoggiare diventerebbe meramente politica. Stefano Lo Russo, Enzo Lavolta, Igor Boni e Luca Jahier avevano già manifestato l'intenzione di sottoporsi al voto degli elettori del centrosinistra. In caso di mancate primarie, la loro candidatura verrebbe vagliata dalle forze politiche della coalizione. Sullo sfondo il candidato civico per eccellenza, Guido Saracco: un nome che, nonostante il diretto interessato non abbia sciolto le riserve, potrebbe mettere d'accordo tutti, evitando rivendicazioni di partito o di correnti interne.