"Siamo in attesa di capire quali saranno le azioni che interverranno sul nostro territorio, ma su alcuni aspetti ci siamo già attivati". Così Chiara Appendino, sindaca di Torino, intervenuta a SkyTg24 per analizzare la situazione attuale, all'ombra della Mole e non solo, in piena epoca di Coronavirus e dpcm. "Noi in Piemonte siamo già al 50% della capienza del trasporto pubblico locale, tanto che attraverso accordi con i privati abbiamo potenziato il numero delle corse. Anche la didattica a distanza è già stata attivata giorni fa, coinvolgendo le classi dei ragazzi più grandi e abbiamo lavorato anche sullo scaglionamento degli ingressi".
"Subito gli aiuti per ridare fiducia"
"Sappiamo che qualsiasi saranno le scelte del governo, serve una politica di ristoro per chiunque verrà toccato - ha aggiunto Appendino -, ma la situazione oggi è diversa rispetto alla scorsa primavera: ci sono imprenditori che hanno investito in questi mesi per restare aperti e al tempo stesso bisogna compensare il normale sistema di welfare che deve rispondere a nuove povertà che si sono create con queste ondate. Pacchi spesa, ma anche rete di assistenza per aiutare i nuclei famigliari che potrebbero essere di nuovo in grande difficoltà. Si parla delle piazze che protestano, ma ci sono anche tante persone che silenziosamente chiedono aiuto, magari con un po' di vergogna che è un sentimento immotivato".
"Impreparati? Noi, ma anche il resto del mondo"
"Non solo l'Italia, ma tutto il mondo non era preparato a questa evoluzione di un virus di cui si sa ancora poco. Eravamo impreparati dal punto di vista sanitario, ma anche psicologico e delle tutele. Ecco perché questa fase è ancora più complessa e da parte dei cittadini c'è meno comprensione. Serve un'iniezione di fiducia, fiducia che si conquista con risorse economiche, rispettando tempi e promesse, come magari non è avvenuto in primavera con la cassa integrazione".
"Serve responsabilità da parte di tutti i cittadini"
"C'è bisogno di responsabilità da parte di tutti, a Torino c'è sempre stata e ci sarà ancora, ne sono sicura. Ma non è pensabile controllare ogni metro quadro. C'è bisogno di collaborazione da parte dei cittadini. In città, da anni, esiste una rete di soccorso territoriale molto sviluppata grazie alle realtà religiose e non solo che è orizzontale e trasversale, con pubblico e privato che lavorano insieme. Abbiamo in carico circa 4000 anziani, ma la situazione si evolve a seconda delle esigenze".
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