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Attualità | 17 novembre 2020, 07:39

In rovina, ma in monopattino

OsservaTorino, un punto di vista su cosa accade in città

In rovina, ma in monopattino

Ci risiamo. 

Come ogni anno, l’autunno fa cadere le foglie e il buonsenso di chi dovrebbe amministrare questa città, che alle prime avvisaglie di peggioramento della qualità dell’aria, non sa fare di meglio che imporre restrizioni al traffico veicolare privato. 

Scattano da oggi le solite, e verrebbe da dire inutili, vessazioni sui cittadini proprietari di veicoli diesel euro 5 e benzina euro 1. 

Questo provvedimento, grottesco in periodo di lockdown, (ricordiamo che questo termine inglese è il camuffamento edulcorante dell’italiano “segregazione”) in cui le limitazioni agli spostamenti individuali dovrebbero già essere di per se sufficienti a garantire una qualità dell’aria accettabile, serve invece solamente a dimostrare l’inadeguatezza e la scarsa efficacia dei provvedimenti finora assunti da chi ci governa, sia a livello nazionale che locale. 

A livello nazionale, si dimostra che questo lockdown soft, in cui sono più le persone a spasso che quelle segregate, è una farsa di dubbia utilità. O c’è veramente una seria emergenza sanitaria, e quindi sono giustificati provvedimenti più incisivi, oppure non c’è, e quindi ci stanno tenendo in ostaggio della loro incapacità a governare, sostituita dalla loro invece grande capacità a restare attaccati alla poltrona, con provvedimenti cerchiobottistici, che scontentano tutti senza portare benefici a nessuno. 

A livello locale, specificatamente torinese, decretano inesorabilmente il fallimento di una politica di trasporto pubblico locale non adeguatamente potenziato, utilizzando i bus turistici fermi da mesi per mancanza di clienti e con gli autisti senza lavoro, nella speranza che con pochi soldi di vernice e molta demagogia, fosse sufficiente tirare quattro righe in terra, pomposamente ribattezzate piste ciclabili, che servono solo a riempirsi la bocca ed a scaricare sul povero cittadino i problemi e gli oneri degli spostamenti lavorativi in città e prima cintura. 

Se chi prende questi provvedimenti, la mattina presto scendesse dal letto alle strade, in particolare modo a quelle principali di ingresso ed uscita, le troverebbe intasate di veicoli di lavoratori torinesi che operano in provincia e di lavoratori provinciali che operano in città. A questi non puoi raccontare la favoletta bella delle piste ciclabili e dei monopattini, specie quando inizierà a piovere o nevicare, specie quando riapriranno le scuole e sulle auto, insieme a mamma e papà, ci saranno anche figlie e figli. 

Insomma, un governo nazionale e locale uniti nella facile politica dello scarico di responsabilità, lasciando la patata bollente del trasporto pubblico, cui non sono stati capaci a dare una soluzione, nelle mani dei cittadini, lavoratori dipendenti o autonomi, commercianti o artigiani, già pesantemente provati dalla crisi economica causata da questa maledetta pandemia cinese. 

Unica consolazione: l’economia cittadina potrà andare in rovina in maniera ecologica e sostenibile, su comode piste ciclabili ed in monopattino elettrico...

Domenico Beccaria

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