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Attualità | 17 novembre 2020, 19:28

L'allarme di Save the Children: "In Piemonte quasi un minore su cinque è in stato di povertà"

Difficoltà ad accedere a beni e servizi per il 19,6% di bambini e adolescenti. Crolla anche la natalità, "salvata" solo dalla presenza dei piccoli stranieri. E tra le ragazze, una su cinque non studia e non lavora

L'allarme di Save the Children: "In Piemonte quasi un minore su cinque è in stato di povertà"

Il 19,6%. Ovvero quasi uno su cinque. Una percentuale che fa venire i brividi, quella che Save the Children ha ufficializzato parlando di minori in stato di "povertà relativa" in Piemonte. Ovvero, si trova in una condizione di difficoltà economiche nella fruizione di beni e servizi, se parametrato al livello economico medio di vita della zona in cui vive.

Non consola il fatto che il tasso, a livello nazionale, sia addirittura superiore (22%), perché se a far pesare la bilancia verso il basso contribuiscono territori come Calabria e Sicilia - rispettivamente al 42,4% e 40,1% - i primi della classe sono ben distanti dalla nostra regione: Trentino Alto Adige e Toscana sono infatti all'8,3% e al 9,8%. 

Secondo l'Atlante dell'infanzia a rischio, nel corso del 2019 in tutta la regione sono nati 28mila bambini. Un calo decisamente brusco soprattutto per una provincia come Biella (dove i minorenni sono il 13,3% del totale della popolazione), mentre in provincia di Cuneo gli under18 sono il 16,1%, in linea con il dato nazionale.

Ancora una volta, a frenare il calo demografico sono le presenze straniere: nelle province di Asti e Alessandria, in particolare, i bimbi senza nazionalità italiana sono il 16,9 e il 17,1%.

Ma le notizie preoccupanti non finiscono qui. Sempre secondo Save the Children, una su cinque è anche la proporzione che quantifica le ragazze che non studiano e non lavorano, in Piemonte. Il Piemonte si colloca un po' sopra la media nazionale per quanto riguarda i Neet (16.6% contro il 22%), ma questo non può essere un dato rassicurante di per sé. E poi esiste una differenza di genere, visto che i maschi sono il 14,2% e le femmine, appunto, superano il 19%.
Una condizione che si aggiunge a una dispersione scolastica del 10,8% e a 4 minori su dieci che non leggono nulla al di fuori dei libri scolastici. Infine, solo il 15,1% dei più piccoli ha accesso ad asili nido o servizi per la prima infanzia.

redazione

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