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Economia e lavoro | 18 novembre 2020, 07:00

Scommesse sportive e gioco online in Europa: regolamenti e tutela del consumatore

Con l’avvento di Internet controllare il gioco virtuale è divenuto ancora più complicato e la maggior parte dei Paesi europei ha accettato di scendere a compromessi con un mercato che, alla fine, porta allo Stato italiano ben 10 miliardi di Euro

Scommesse sportive e gioco online in Europa: regolamenti e tutela del consumatore

Il rapporto tra il tavolo verde e i governi dei vari Stati non è mai stato tutto rose e fiori, al contrario: i due poli tra cui le varie politiche nazionali hanno sempre oscillato sono stati - da una parte - l’esigenza di tutelare i giocatori da una passione che può assumere connotati di dipendenza e - dall’altra - il bisogno concreto di “battere cassa”, come si dice. Con l’avvento di Internet, grazie al quale sono nate numerose piattaforme come https://librabet.com/it/, controllare il gioco virtuale è divenuto ancora più complicato e la maggior parte dei Paesi europei ha accettato di scendere a compromessi con un mercato che, alla fine, porta allo Stato italiano ben 10 miliardi di Euro.

Il compromesso consiste essenzialmente nel consentire l'attività di gioco virtuale a condizione però che gli operatori ammessi a esercitare tale attività abbiano ottenuto la licenza rilasciata dall'ADM (ex AAMS), l’agenzia statale che ha il monopolio sul gioco e sulle scommesse. Ottenere tale licenza in Italia non è semplice: diversi sono i requisiti richiesti sia dal punto di vista della professionalità che della copertura finanziaria. Oggi quindi possiamo tranquillamente sfidare la sorte su siti autorizzati che offrono sia scommesse sportive che giochi da casinò.

Anche se le entrate per le casse dello Stato sono rilevanti, non può essere accantonata un'esigenza fondamentale, ovvero la tutela del consumatore-giocatore. Sottoporre gli operatori del gioco virtuale a una previa autorizzazione è necessario, ma non sufficiente. Occorre infatti predisporre degli strumenti che tutelino il giocatore da rischi di ludopatie: in questo senso si stanno muovendo anche molte associazioni indipendenti a cui aderiscono volontariamente i più grandi operatori mondiali del gambling, al fine di evitare che il gioco diventi irresponsabile.

In particolare facciamo riferimento ai meccanismi dell'autoesclusione dell'autolimitazione, che consentono di sospendere o interrompere la propria attività di gioco quando si avverte il rischio di perdere il controllo sulle scommesse. In realtà poi ci sono dei software in grado di rilevare la quantità di tempo che un giocatore trascorre online e che dovrebbero sollecitare un supporto immediato da parte dello staff del casinò stesso. È chiaro che non tutti gli operatori si muovono allo stesso modo e con la stessa solerzia: uno degli obiettivi a livello europeo è proprio quello di stabilire una tutela più uniforme tra i vari Stati membri.

L'Unione europea e il gioco online

Anche se i Paesi europei costituiscono il mercato più florido in fatto di gioco online, garantendo incassi da capogiro ai vari operatori (più del 47% dei guadagni mondiali), tuttavia non sono stati i primi a emanare delle leggi sul settore. I primi Stati che ha adottato una legislazione sui casinò virtuali sono state le Isole di Antigua e Barbuda, nel 1994. Allo stesso tempo, hanno iniziato anche a rilasciare licenze di gioco in modo che i Paesi che si trovavano in una “zona grigia” potevano avvalersi delle loro autorizzazioni.

In Europa non c’è nemmeno un quadro legislativo unico che coinvolga tutti gli Stati membri, e tra un Paese e l’altro possono notarsi differenze anche considerevoli, come Francia e Germania dimostrano:

 

  • La Francia ad esempio, Paese con la più lunga tradizione di gioco, nel 2010 ha adottato una legislazione molto chiara: il monopolio statale è terminato nello stesso anno, quindi oggi società non statali sono state ammesse ad esercitare l’attività ludica. Curioso il fatto che il governo francese abbia apposto delle limitazioni ad alcuni giochi online, tra cui il poker, e abbia adottato una pressione fiscale abbastanza blanda;
  • La Germania, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, ha poca chiarezza normativa in fatto di gioco online, e un elevato carico fiscale. Questo ha portato alcune delle più importanti società operanti nel settore a lasciare il Paese, stabilendo le proprie sedi altrove.

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