"Quest'anno il festival sarà in prima linea per la parità di genere, e ringrazio il direttore Stefano Francia di Celle per aver scelto coraggiosamente una donna straniera, avvocato, coma partner in questo percorso". Così il vicedirettore del 38° Torino Film Festival Fedra Fateh durante la cerimonia di apertura trasmessa ieri sera su Rai Play.
"Questo evento - ha continuato - ha sempre sostenuto le voci emergenti, consapevole che per progredire una società ha bisogno di nuove idee provenienti da luoghi nuovi e persone nuove. Con lo scopo di dividere l’influente piattaforma del cinema con una vasta comunità di spettatori, poiché cinema possiede il potere di trasformare la società stessa. Il cinema parla la lingua dei sogni, e i cineasti, creando le loro storie, parlano a tutti noi".
"Mia mamma, quando era una giovane donna, in Iran - ha raccontato Fateh -, vide il film Fedra, del 1962, diretto da Jules Dassin, e si innamorò dell'attrice Melina Mercouri. Ecco perché io porto il nome della sua eroina. Sicuramente, tra gli oltre 100 titoli in programma nel festival, qualcuna, da qualche, parte si innamorerà di una di queste eroine e darà a sua figlia il suo stesso nome".
Infine, Fateh ha ribadito l'adesione del Tff al criterio "50/50 by 2020", per garantire eguale rappresentanza di registi uomini e donne in concorso. "Abbiamo deciso di impegnarci per la parità di genere. Non dimentichiamo il grido di protesta agli Oscar di quest'anno per la predominanza di candidati molto bianchi e molto maschi. Vogliamo prendere posizione a sostegno delle donne sottorappresentate nell’industria cinematografica, per questo abbiamo deciso di avere una giuria tutta al femminile. Vogliamo mostrare al mondo che aspetto ha la leadership femminile in ogni settore, compreso il cinema".