Sulla questione degli orari scolastici e dell’organizzazione della scuola in Piemonte sono in corso dei tavoli di confronto fra prefetti, Regione Piemonte, Ufficio scolastico regionale e dirigenti scolastici, ha fatto sapere l’assessore regionale all’Istruzione Elena Chiorino.
"Si stanno evidenziando – ha detto l’assessore Chiorino – le esigenze e le disponibilità, ascoltando i territori. Al termine di questi incontri ci sarà un momento di sintesi, con l’obiettivo di agire a supporto del mondo della scuola".
Intanto le opposizioni incalzano sul tema dell'istruzione. "Nel corso della sesta commissione odierna, è stata audita IRES sulla ricerca “Covid-19: quale impatto sulle immatricolazioni negli atenei del Piemonte?”. Tra i dati interessanti è emerso come lo strumento della didattica a distanza, che potrebbe immaginarsi disincentivante la mobilità, può invece risultare un fattore attrattivo nella scelta dell’ateneo. Da questo si ipotizza infatti derivi l’aumento delle immatricolazioni di studenti stranieri", fanno notare Marco Grimaldi (LUV), Diego Sarno e Daniele Valle (Pd).
"La didattica a distanza può essere anche un’occasione per recuperare alla formazione universitaria fasce di popolazione più adulte o comunque impegnate già in lavori che impedivano l’accesso ai corsi universitari, specie provenienti da percorsi di formazione professionale. Per ricercare una crescita dell’attrattività dei nostri atenei, risultano comunque decisivi lo sviluppo dei corsi in lingua inglese, anche a fronte del tema brexit, e il potenziamento di servizi, sostegni al diritto allo studio e residenzialità".
“Una ricerca dell’Ires Piemonte indica chiaramente che per molti studenti il diritto allo studio in Italia è in parte inapplicato e questo è dovuto in buona parte all’assenza di posti letto in residenze universitarie e al caro affitti, fenomeno che nelle grandi città rende impossibile il trasferimento di molti universitari”, aggiungono Valle, Sarno e Grimaldi.
“In Europa il 18% degli studenti alloggiano in residenze universitarie (con punte dal 31 al 41% della Svezia, della Finlandia e della Turchia), in Italia solo il 3%; in Italia i posti letto complessivi sono 51.672 in Francia sono 175.000 e in Germania 194.268, con il risultato che degli oltre 410.000 studenti fuorisede in Italia solo il 12% alloggia in una residenza universitaria, sia pubblica che semi pubblica".
"Il Piemonte è fermo ai 2000 posti letto generati perlopiù da riconversione dei media Center olimpici", concludono i tre esponenti dell'opposizione. "È ora di utilizzare i fondi nazionali della 338 e del Recovery Fund per aprire una nuova stagione”.
Anche Silvio Magliano dei Moderati ha condiviso questa impostazione: "La relazione dell'Ires in VI Commissione dimostra quanto livelli di eccellenza anche in questo segmento possano fare la differenza: ecco che aumentano gli iscritti stranieri ai nostri atenei anche in questo drammatico e atipico 2020. La didattica in presenza resterà tuttavia la modalità principale e sempre più efficace. Ecco perché mantenere alto il livello dell'offerta didattica e migliorare decisamente le infrastrutture e i servizi per gli studenti (trasporti, residenzialità per gli studenti che provengono da fuori) rappresenta la sfida più urgente".