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Attualità | 23 dicembre 2020, 13:47

Il Natale solidale di Porta Palazzo dona giocattoli, bici e... cuffie bluetooth per la didattica a distanza

Grande successo per l'iniziativa portata avanti dallo Spaccio di Cultura – Portineria di Comunità, progetto della Rete Italiana di Cultura Popolare: acquistati regali per più di 70 bambine e bambini

immagini del Natale solidale 2020 a porta Palazzo

il Natale solidale e lo Spaccio di Cultura a Porta Palazzo

Il Natale 2020 di Porta Palazzo avrà un alto valore simbolico grazie alla Portineria di Comunità.

Lo Spaccio di Cultura, così come è stata ribattezzata l'ex edicola di piazza della Repubblica dove trova posto il progetto della Rete Italiana di Cultura Popolare, nelle scorse settimane ha avviato una raccolta fondi in grado di raccogliere circa 200 adesioni. Grazie ai donatori, gli operatori sono riusciti ad acquistare doni per oltre 70 bambine e bambini che, durante il mese di dicembre, hanno 'spedito' la propria letterina da apposite buche posizionate in diverse aree della città.

Giocattoli ma non solo...

La consegna dei pacchi è partita questa mattina e si concluderà domani: “Abbiamo creato - spiega Camilla Munno della Rete Italiana di Cultura Popolare – una lista di regali soddisfatta grazie anche alla partecipazione dei commercianti del nostro gruppo d'acquisto solidale. Le consegne avverranno casa per casa: tra le richiesta fatte, oltre ai giocattoli, hanno trovato posto anche una bicicletta e delle cuffie bluetooth per la didattica a distanza; molte di queste sono arrivate da Aurora e Barriera di Milano, con la nostra presidente Chiara Saraceno stiamo pensando di avviare un capitolo economico dedicato alle fragilità e alle famiglie in difficoltà”.

Ridurre le disuguaglianze

L'obiettivo principale dell'attività della Rete è proprio quello di promuovere comunità solidali in grado di ridurre le disuguaglianze: “Con questa iniziativa - sottolinea il direttore Antonio Damasco - abbiamo voluto porre l’accento sul vero significato del Natale, il dono. Un dono a chi davvero ne ha maggiore necessità e non solo come oggetto di consumo. Abbiamo voluto cominciare con i più piccoli perché se c’è qualcuno che ha sofferto sono proprio loro, a cui è stata negata anche la scuola per molto tempo".

"Questo può essere un modello d’intervento della Portineria per rimettere al centro della comunità la capacità di dialogare in maniera equa e solidale”, ha concluso Damasco.

Marco Berton

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