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Economia e lavoro | 11 gennaio 2021, 18:12

Fulmine a ciel sereno nel mondo della ricerca torinese: il Csp in liquidazione, 18 posti di lavoro a rischio

L'annuncio è stato fatto nella giornata di oggi durante una videoconferenza con i lavoratori. De Masi (Fiom): "C'è un patrimonio professionale da tutelare, non ci si può voltare dall'altra parte. Chiediamo un tavolo di crisi"

Fulmine a ciel sereno nel mondo della ricerca torinese: il Csp in liquidazione, 18 posti di lavoro a rischio

Un fulmine a ciel sereno, nel mondo della ricerca di Torino. Una delle caratteristiche che da sempre il territorio si pone come fiore all'occhiello, ma che rischia di perdere un pezzo importante. Proprio nelle scorse ore, infatti, è stato comunicato ai lavoratori la messa in liquidazione del CSP-Innovazione delle Ict, ovvero l'erede di quel progetto nato nel 1988 come consorzio tra l'Unione Industriale di Torino e alcuni enti locali per fornire ricerche e calcoli sofisticati su supercomputer.

L'ufficialità è arrivata attraverso una videoconferenza intorno all'ora di pranzo tra i dipendenti (poco meno di una ventina, di cui 13 tecnici di elevata professionalità) e il referente di CSP, accompagnato dall'avvocato dell'azienda. Sembra dunque avviarsi a una triste conclusione il cammino che - dopo l'avvio verso la fine degli anni Ottanta - nel 1998 aveva visto il consorzio trasformarsi in un Centro di eccellenza per la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di tecnologie avanzate informatiche e telematiche, allargando la collaborazione anche a Università e Politecnico e dando vita a laboratori per il trasferimento tecnologico verso le imprese.

Nel 2009 la Regione Piemonte entra nella compagine sociale per poi uscirne nel 2015 insieme all’Unione Industriale (che cede la sua quota alla società AizoOn Consulting) e alla Città di Torino. Al momento la società è proprietà di Politecnico di Torino, Iren, Urmet e appunto AizoOn.

Una decisione che ha lasciato l'amaro in bocca alle rappresentanze sindacali: “Da quando l’azienda non ha più un suo amministratore delegato si è interrotto ogni dialogo e ogni percorso comune e, nonostante le nostre richieste, da mesi non otteniamo un incontro sindacale - spiega Giuseppe De Masi, responsabile CSP per la Fiom di Torino -. La vicenda attuale conferma un atteggiamento del management che rifiuta ogni dialogo con la Rsu e con il sindacato, preferendo comunicare direttamente ai dipendenti la decisione di liquidare l’azienda, con ciò violando i diritti contrattuali di informazione dei lavoratori e del sindacato".

"Questo atteggiamento - aggiunge - impedisce ogni confronto e ricerca di soluzioni alternative a tutela di un patrimonio professionale e tecnologico del nostro territorio. Siamo stupiti che gli azionisti – soprattutto quelli di emanazione pubblica – accettino di proseguire su questa strada. Naturalmente coinvolgeremo nella vertenza gli Enti locali e valuteremo tutte le iniziative sindacali e legali necessarie: andremo in Regione, all'assessorato al Lavoro e chiederemo di aprire un tavolo di crisi. Non è possibile lasciare che tutto questo accada, semplicemente voltandosi dall'altra parte”.

Massimiliano Sciullo

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