Una nuova iniziativa congiunta tra Arcidiocesi di Torino e Intesa Sanpaolo per il sostegno alle microimprese del territorio. Un fondo di solidarietà per quelle fasce grigie che rischiano di rimanere a metà strada, senza intercettare strumenti di welfare: partite Iva, ma anche precari. E più in generale le persone che hanno un'attività di lavoro indipendente. Si apre così una seconda linea di quel Fondo Sorriso che già lo scorso mese di maggio aveva preso il via, ma che ora vuole ampliare il proprio effetto. Il cosiddetto "prestito d'impatto".
Sul campo, anche la Fondazione Operti, “braccio operativo” dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro. All’iniziativa hanno inoltre aderito tutte le Associazioni di categoria delle piccole imprese e Compagnia di San Paolo, che contribuiranno a portarla a conoscenza dei soggetti interessati.
"E' un programma importante - dice monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino - che ha riscosso grande sensibilità da parte di Intesa Sanpaolo, ma anche delle singole associazioni di categoria. Il clima economico-sociale che stiamo vivendo rischia di diventare drammatico se non si mettono in campo tutte le azioni possibili per salvaguardare benessere e autonomia delle persone, ma anche dei territori e delle reti sociali. Bisogna evitare che la gente cada nel vortice della povertà e questa iniziativa vuole promuovere l'idea che la solidarietà può essere un fatto concreto".
I territori coinvolti coincidono con il perimetro dell’Arcidiocesi di Torino: 137 Comuni della Città metropolitana, 15 in provincia di Cuneo e 6 in provincia di Asti. Beinasco, Bra, Brandizzo, Chieri, Collegno, Grugliasco, Nichelino, Rivoli e Settimo Torinese sono i territori che già hanno messo in campo le loro forze nella prima fase del progetto. "Il lavoro è uno degli strumenti per rendere autonome le persone, ma serve il contesto adatto e in questo momento corriamo invece il rischio che troppe attività spariscano - aggiunge Nosiglia -. Ecco perché abbiamo aperto una seconda linea nel Fondo Sorriso, aperto proprio a microimprese e lavoratori autonomi. Valore economico e valore sociale devono mescolarsi e diventare patrimonio dei territori e con questa iniziativa vogliamo dare un esempio, anche grazie alla presenza di tanti Comuni che si sono resi partecipi. Mi auguro che questo secondo step trovi appoggio anche da altri Comuni, ma anche enti privati e aziende che vogliono dare un contributo".
"Abbiamo una lunga esperienza nella finanza d'impatto - aggiunge Gian Maria Gros-Pietro, presidente Intesa Sanpaolo - a cominciare dai prestiti senza garanzie e fino a 30 anni per gli studenti universitari. Oggi vogliamo dare sollievo alle piccole imprese, che sono la forza della nostra economia e soprattutto sono persone che credono in sé stesse e che oggi hanno problemi indipendenti dalla loro volontà e capacità. E se ripartono loro, ripartiranno tutti, perché loro collaborano con le grandi aziende, ma al tempo stesso danno lavoro e pagano stipendi".
L’impatto della pandemia sul tessuto socioeconomico piemontese è drammatico: secondo gli ultimi dati Ires Piemonte oltre 33.000 aziende e quasi 100.000 lavoratori erano interessati dalla Cassa integrazione in deroga a dicembre 2020, con una spesa stimata di circa 182 milioni di euro. Nel solo periodo gennaio-novembre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, si registrano 174mila assunzioni in meno. Aumenta anche il numero di famiglie beneficiarie di misure pubbliche a sostegno del reddito rispetto all’anno precedente. Il Reddito di emergenza è stato richiesto da 15,1 famiglie piemontesi ogni 1.000, valore superiore alle altre regioni del nord, eccetto Liguria (15,5) ed Emilia-Romagna (22,5).
"Dobbiamo cercare di fare qualcosa di importante, non solo per oggi, ma anche nel medio periodo - dice Tom Dealessandri, presidente della Fondazione Operti -. Sappiamo che c'è il rischio di perdere parte di queste risorse, ma anche grazie alla collaborazione e al contributo dei Comuni che sono già stati coinvolti speriamo di poter arrivare a 4-500mila euro per poter garantire prestiti fino a 1,5 milioni di euro".
"Si tratta - conclude Teresio Testa, direttore generale di Intesa Sanpaolo per Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta - di prestiti che avranno un periodo di restituzione dai 2 ai 5 anni, che arriveranno a 6 con ulteriori 12 mesi di preammortamento. Senza costi di istruttoria e restituibili con rate mensili, ma senza oneri se qualcuno volesse estinguerli anticipatamente. Il tasso sarà piuttosto contenuto, allo 0,40%".