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Cultura e spettacoli | 19 febbraio 2021, 07:00

Creare nonostante il Covid: a Torino i designer trentenni che affrontano di petto la crisi [FOTO]

Inaugurata la mostra "DIPUNTA. Fresh picks from the city's design scene" al Circolo del Design, con artisti nata tra gli anni Ottanta e Novanta

Mostra "DIPUNTA"

Installazione della mostra "DIPUNTA"

Giovani creativi dai 25 ai 35 anni, uomini e donne che osservano (e riplasmano su misura) la vita partendo da un particolarissimo punto di vista: quello di chi attraversa una pandemia e la conseguente crisi di ogni valore e bene, conservando tuttavia la potenza inesauribile dell'invettiva e dell'adattamento. Sono loro i protagonisti di DIPUNTA. Fresh picks from the city’s design scene, la mostra curata e realizzata dal Circolo del Design di Torino, visitabile fino al 26 marzo in via San Francesco da Paola 17, che ospita sette progetti di quindi designer torinesi, nati tra gli anni Ottanta e Novanta.

Una generazione abituata al cambiamento, che continua a usare come leva per non arrendersi la propria fantasia versatile. Dove sono diretti? Che cosa hanno da dire? E, soprattutto, cosa rappresenta questa generazione per la definizione dell’identità del progetto torinese? Queste le domande da cui parte l'esposizione. 

Fotografia, illustrazione, prodotto, grafica, animazione, digitale e suono, i canali scelti da illo, Marta Monge & Kerem Türkyilmaz, Paolo Berra & Christel Martinod, Sélva Creative Studio, Silvia Picari, Testatonda, Tomaso Clavarino & Patrizio Anastasi. Rappresentanti privilegiati della scena pulsante del design torinese, sono l’emblema di un delicato momento della carriera di un professionista: si sono già distinti in passato, ma vivono un presente sempre aperto alla libera sperimentazione, investigando temi e approcci distintivi. Tra progetto e ricerca artistica, le produzioni raccontano nuove modalità di interazione e relazione tra l’uomo e ciò che lo circonda – spazio domestico, natura, tecnologia, persone – entrando in dialogo con discipline differenti e mescolando linguaggi ed espressioni diversi. 

Il titolo della mostra richiama infatti le situazioni affrontate di petto, o di punta, con impegno e determinazione. Ecco perché sono stati scelti quei designer che, in qualche modo, hanno avuto la possibilità di emergere sulla scena cittadine divenendo un punto di riferimento per la propria generazione. 

Tra questi, Sélva Creative Studio, fondato da Andrea Buzzi e Chiara Manchovas e specializzato nella realizzazione di identità visive e progetti grafici, allestimenti indoor con piante ed elementi naturali. Other Voices, performance che unisce il live painting alla musica, vede le commistione persone e piante. E vuole far comprende, con una dimostrazione pratica, cosa si può ottenere quando si creano connessioni inaspettate tra specie e media differenti: ascoltando le voci delle piante e osservandone le peculiarità, infatti, si possono trarre soluzioni più collaborative e meno predatorie nei confronti degli ecosistemi.

I boschi piemontesi, i limiti imposti dal confinamento, l’esplorazione di sé e dell’ambiente naturale caratterizzano Ballad of woods and wounds, una raccolta di fotografie e illustrazioni a cura di Tomaso Clavarino & Patrizio Anastasi. Un flusso di coscienza, un’indagine di luoghi puri vissuti in un periodo di tensione e di spaesamento durante il lockdown in Italia. Una sorta di ballata campestre, dove una quiete quasi malinconica fa da sfondo a una più ampia riflessione sull’essenza stessa della nostra natura.

Marta Monge, designer multidisciplinare, e Kerem Türkyilmaz, graphic designer e coder Svizzero, entrambi provenienti dallo studio TODO, presentano Adocchio, un’installazione interattiva che invita il visitatore a conquistare l'attenzione della macchina. Si tratta di un muro di occhi artificiali, che mostra però caratteristiche inaspettatamente umane: è indisciplinato, si distrae facilmente, si stanca, si appisola. Sta al visitatore destarlo, intrattenerlo e farsi seguire nello spazio.

La product designer Silvia Picari presenta, invece, LoveToys Paradise. Toccando il cielo con un dildo e porta in mostra i suoi sex toys realizzati in legno, una sorta di totem contemporanei da esporre nella quotidianità, con l’obiettivo di contribuire a costruire una cultura positiva del sesso, abbattendo, con un’ironia semplice, stereotipi e pregiudizi di genere.

Collezione F4 è poi il titolo del progetto di Testatonda, studio di progettazione torinese che basa la propria ricerca sull’intuitività dell’eleganza e la pluralità delle sue forme, individuando nelle smagliature e nei particolari difformi il criterio di qualsiasi bellezza possibile. Si compone di sette prodotti complementari, tra cui tavoli e sedie, ottenuti assemblando ventisette singole parti, e sceglie come elemento caratterizzante la tessitura che, in questa occasione, incontra il Velluto di seta di l’Opificio.

Lo studio creativo torinese illo, specializzato in motion design, illustrazione e video in set design, porta in mostra Tarot-o-bot, un’esperienza online che predice in chiave ironica il futuro del mondo digitale. Reinterpretando i classici tarocchi in chiave creativa, sono stati inseriti all’interno del mazzo personaggi come la Deadline, l’Intern e la Blockchain. Con un click si dà il via all’estrazione di tre Tarocchi differenti che generano una predizione ironica sul futuro del design, dell’arte e della tecnologia.

Studio Grand Hotel è, infine, il progetto di Paolo Berra & Christel Martinod che racconta, attraverso una moltitudine di variazioni sul tema, la progettazione della propria insegna rivelando un’evidente indecisione, che al contempo diventa una dichiarazione di intenti su un nuovo auspicabile concetto di brand identity. 

"Il Circolo ha, nella sua mission, il mettersi al servizio del racconto del territorio, indagando il presente attraverso la cultura del progetto – spiega il direttore Sara Fortunati –. Con DIPUNTA abbiamo voluto mettere il focus su quel pezzo della carriera professionale della mediana dei trent’anni che vede, da un lato, una carriera già avviata e, dall’altro, un desiderio di sperimentazione ancora forte. Per la prima volta, abbiamo messo insieme gli esponenti di una scena del design del territorio giovane ma non inesperta, portatrice di un linguaggio fresco ma non ingenuo, capace di mettere in luce temi della contemporaneità in maniera originale".

Manuela Marascio

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