In questi giorni il Rettore dell'Università di Torino ha dato il via libera all'adozione del software per monitorare gli esami a distanza, in grado di filmare gli studenti durante la prova e segnalare al docente i comportamenti "sospetti". Al di fuori dei clamorosi limiti tecnologici già emersi in altri atenei e la più che evidente violazione della privacy, questa misura dimostra la volontà delle università italiane di imporre una “nuova normalità” con gravi conseguenze per gli studenti e lo stesso futuro del Paese.
Simone Filinesi, referente del movimento Giovani per Italexit, si oppone a questa decisione e chiede l'immediata ripresa della didattica in presenza: "Il software spia è una presa in giro per le migliaia di studenti costretti da mesi a convivere con enormi disagi: segnalerà come imbroglioni anche gli studenti a basso reddito che non possono permettersi un computer o una connessione sufficientemente potente per supportarlo? I soldi spesi per questo software dovevano essere investiti nella ricerca di soluzioni alternative per sostenere gli esami in presenza. Le superfici idonee a Torino non mancano, ma evidentemente hanno preferito rivolgersi a quella falsa innovazione - buona giusto per le conferenze stampa - che aumenta le disparità sociali anziché ridurle. Come Giovani per Italexit chiediamo lo stop immediato alla didattica a distanza e queste altre idee senza senso. L’Università è un’esperienza formativa anche dal punto di vista umano e relazionale: Draghi e il suo governo parlano tanto di giovani e futuro ma intanto ci stanno distruggendo qualsiasi prospettiva.”