Più delle ritrosie della curatela fallimentare di Ventures, più delle scadenze sempre più immediate per le lettere di licenziamento, più della necessità di finanziare Acc, la "gamba" veneta dell'operazione rilancio: arrivano dal Giappone le ombre più lunghe sul progetto Italcomp, quello che dovrebbe costruire un futuro per la Ex Embraco di Riva di Chieri e per l'azienda di Mel, in provincia di Belluno.
Un'ombra che ritorna
Dal Paese del Sol levante infatti arriva - da fonti di stampa - l'interessamento della Nidec (realtà produttrice di componentistica elettrica) proprio per la Acc. Un interessamento, però, che si limiterebbe allo stabilimento veneto, dunque chiudendo la porta a doppia mandata a qualunque prospettiva di gemellaggio con la Ex Embraco e dunque per Italcomp. "Non siamo interessati a Italcomp", è la frase riportata dalle pagine di NordEst Economia e attribuita a Valter Taranzano, amministratore delegato di Nidec Global Appliance.
Ma anche un pessimo ricordo: Nidec è infatti la stessa azienda che negli anni passati rilevò da Whirlpool la Embraco, pagandola oltre un miliardo, ma senza voler rilevare lo stabilimento italiano (e torinese). Insomma: l'inizio della fine, per questa vertenza e queste persone, che ormai da 3 anni e mezzo si trascinano tra incontri, promesse e (tante) delusioni.
Una conferma indiretta su Italcomp
Una doccia gelata per i 400 lavoratori ex Embraco, che adesso - oltre a temere l'arrivo delle lettere di licenziamento - devono guardarsi le spalle anche da chi vorrebbe sottrarre dalla scacchiera uno dei pezzi fondamentali. "Le parole dell’ad di Nidec, Valter Taranzano, confermano la bontà del progetto Italcomp e l’interesse dei principali operatori a presidiare il mercato europeo con stabilimenti produttivi riallocati sul continente - dicono a questo proposito i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm e Uglm Torino -. Consideriamo tuttavia molto grave che da tale interessamento sia esclusa la compagine ex Embraco, con i suoi 400 lavoratori altamente professionalizzati nel settore della componentistica per elettrodomestici".
Ma è soprattutto la strategia di fondo a stupire: la stessa azienda che con Embraco aveva voluto escludere stabilimenti italiani, ora punta su una fabbrica veneta. Più che un progetto, sembrerebbe quasi una manovra di disturbo sul grande risiko industriale internazionale in cui, un player come Italcomp, potrebbe dare fastidio.
"Il Governo si muova in tempo"
"Auspichiamo un intervento forte da parte del Governo e del ministero dello Sviluppo, soggetti dai quali ci aspettiamo una marcata accelerazione nello sviluppo del progetto Italcomp, per dare reali prospettive occupazionali ai 400 lavoratori ex Embraco e ai 300 addetti di Acc. Entro fine maggio il progetto Italcomp deve essere avviato con la creazione della nuova società", proseguono i sindacalisti.
"In Europa abbiamo già subito, in termini di ricadute occupazionali e sociali, gli effetti delle strategie industriali applicate dai gruppi multinazionali dell’elettrodomestico, che nel recente passato non hanno mancato di avviare delocalizzazioni con l’unico obiettivo di abbattere i costi senza tenere in considerazione la responsabilità sociale che le imprese devono dimostrare ai lavoratori che impiegano e ai territori nei quali operano - è la conclusione -. Il caso ex Embraco e quello Acc ne sono, purtroppo, la dimostrazione più evidente. Per la creazione del polo Italcomp non c’è più tempo da perdere".
E in Parlamento slitta l'interrogazione: "Interessa più il dl elezioni"
Intanto i segnali da Roma non sono esattamente buoni. "Complice la questione di fiducia posta sul decreto legge "elezioni”, da regolamento tutte le attività parlamentari rilevanti si sospendono, incluse le risposte alle interrogazioni, tra cui quella a mia prima firma su Italcomp che era in programma oggi pomeriggio. Al momento non è dato sapere a quando è stata posticipata la risposta, che però è quanto mai urgente visto che la Direzione Generale degli ammortizzatori sociali del Ministero del lavoro, nonostante le innumerevoli telefonate che faccio ogni giorno, non dà riscontri", lamenta la deputata torinese Jessica Costanzo, del Gruppo Misto.
"In particolare - aggiunge - urge sapere se il Ministero del Lavoro - presente lo scorso venerdì al Tavolo del MISE presieduto dalla sottosegretaria Alessandra Todde - intenda verbalizzare l'autorizzazione al curatore fallimentare dell' Ex Embraco alla richiesta di cassa Covid-19. Evidentemente alla Direzione degli ammortizzatori sociali sono tutti impegnati in riunioni più importanti che dare un riscontro da cui dipende il futuro di 700 famiglie".
E sul punto Nidec, commenta: "Ecco che le diverse posizioni al MISE, tra il Ministro Giorgetti e la sottosegretaria Todde, iniziano ad avere un perché. In tutto questo tira e molla, tuttavia, il futuro di ACC è sempre in bilico e i lavoratori di Borgo Valbelluna si son già visti ridurre lo stipendio e non sanno se riceveranno quello di maggio. L'unica certezza al momento è che per chi fa parte del governo è più importante il decreto Elezioni-Voti che salvare il nostro tessuto produttivo e le centinaia di famiglie a rischio".