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Economia e lavoro | 28 aprile 2021, 07:30

Locali pubblici, a Torino il "divieto di bancone" ha dimezzato gli incassi in questa riapertura

Lo dice il sondaggio di Epat: più di 6 operatori su dieci ritengono di aver dimezzato il fatturato per colpa di questo stop. Ma anche il coprifuoco pesa sui bilanci

Dehors torino

I primi giorni di zona gialla sono stati una delusione, in termini di fatturato

E' arrivato a sorpresa, ma ha colpito in maniera implacabile. Il "divieto di bancone", in questi primi giorni di riaperture in zona gialla, ha dimezzato gli incassi dei locali pubblici. Lo dice un'indagine di Epat-Confcommercio Torino, secondo la quale - con la ripartenza e l'uso di dehors e spazi all'aperto - per oltre 6 operatori su 10 l'impossibilità di servire i clienti al banco ha pesato per il 50% delle ipotetiche entrate. I rimanenti 4 operatori, però, non festeggiano: secondo loro il danno c'è stato, anche se limitato a un terzo del fatturato.

Non solo bancone: anche il coprifuoco pesa

Non c'è solo il divieto da bancone, a pesare sui conti dei locali pubblici in questi primi giorni. Anche il coprifuoco alle 22 toglie agli operatori evidenti incassi; per il 60% degli stessi incide tra il 10 ed il 30%, per il rimanente 40% si sfiorano il 50% di incassi in meno.

 

Il "nemico meteo": dehors quasi vuoti

A completare il quadro di un pronti-via quasi flop, anche le condizioni meteorologiche: pioggia e freddo, infatti, hanno limitato moltissimo l'affluenza nei dehors da parte dei clienti. Secondo gli addetti ai lavori, l’occupazione media non ha superato il 10%.

 

"Una rigidità incomprensibile"

Le norme, arrivate con un po' di anticipo rispetto ai precedenti decreti, hanno scontato difficoltà interpretative tali da lasciare gli operatori in grandi incertezze sul da farsi esattamente come nel passato. Ma qui l’aggravante è che alcune di esse, pur pervenendo da massimi organi come il Ministero dell’Interno, sono incomprensibili e persino non giustificate dal punto di vista giuridico", attacca Claudio Ferraro, direttore di Epat Torino. "Dopo 14 mesi di blocco delle attività di ristorazione, almeno l’aspettativa di una regolamentazione puntuale non dovrebbe essere tradita: in zona gialla i bar hanno sempre avuto la possibilità di effettuare la somministrazione al banco anche in virtù del fatto che si tratta di un consumo veloce, che non implica una lunga permanenza all’interno degli esercizi. E tutto quello che non è modificato dall’ultimo decreto deve rimanere come prima. Cosi non è ingiustificatamente per il consumo al banco”.

In un bar, più si crea disponibilità di spazio più si evitano assembramenti. L’abbiamo sempre sostenuto anche se i dati sanitari alla mano degli ultimi controlli dei Nas dimostrano ben altre sedi per la rischiosità di contagio rispetto ad un pubblico esercizio che rispetta le regole - continua Alessandro Mautino, che di Epat Torino è il presidente -: la rigidità del Ministero dell’Interno sull’utilizzo del banco bar, a parte gli aspetti legali, è contro ogni buon senso e va superata. L’offerta del bar italiano, che si differenzia da quelli degli altri Paesi, è proprio basata sul consumo al banco. Un provvedimento limitativo, senza che vi sia nessun fondamento scientifico che lo giustifichi”.

Massimiliano Sciullo

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