Lavoratori di Serie Z. E’ questa la condizione che denunciano circa 200 assistenti educativi che pur lavorando per il Comune di Torino, lo fanno in appalto o subappalto. La loro richiesta è quindi doppia: o essere assunti e internalizzati o essere quantomeno equiparati ai dipendenti comunali in termini.
La testimonianza di Maria Teresa, assistente educativa che da 11 anni lavora negli istituti scolastici torinesi, è cruda e racconta condizioni difficili per le lavoratrici e i lavoratori. “Questo servizio è stato dato in appalto dal Comune di Torino 15 anni fa al privato. Costiamo più di 16 euro l’ora e ne guadagniamo 6 euro lordi l’ora, io appena 7 dopo 11 anni di esperienza”.
Le lavoratrici, inoltre, raccontano di una difficoltà anche nel lavorare in tempo di pandemia: “Dopo il Covid, il lavoro è diventato più faticoso, perché non è stato assunto praticamente nessuno. Chi è stato assunto lo è stato a tempo determinato con contratti di 3 ore, pur lavorandone 6 o 7”.
Il dito è quindi puntato contro il sistema lavoro che “invita” le aziende a dare in appalto o subappalto i servizi, per pagare meno i lavoratori. “Noi chiediamo di essere internalizzati dal Comune di Torino oppure di avere gli stessi diritti dei dipendenti comunali. Abbiamo un contratto di 10 mesi, a luglio e agosto siamo a casa senza stipendi e contributi”.