Prosegue la programmazione culturale estiva di Sala Scicluna, in Barriera di Milano (via Renato Martorelli 78), dopo i fortunati appuntamenti di maggio e giugno che ne hanno sancito la riapertura. Uno spazio polivalente, votato alla libera fioritura delle arti in un quartiere periferico e multiculturale, dove l’incontro tra i diversi linguaggi espressivi genera valore umano arricchendo gli animi più sensibili.
Tutti gli eventi sono a ingresso libero, con offerta.
Venerdì 9 luglio, ore 20.45, la cantautrice bresciana Valentina Soster, in trasferta per l’occasione a Torino, presenterà Mia madre, uno studio teatrale che ha visto la genesi 17 anni fa, il giorno del funerale di sua madre. “È la descrizione di quasi 365 giorni - spiega l’artista -. La mia memoria è la dimora di ogni istante dal 28 novembre 2004 al 30 settembre 2005, i dieci mesi dal giorno dell'ictus al giorno del funerale. Lo studio teatrale è la messa in scena del concetto dell'attesa e della concretizzazione di una memoria che è diventata la stessa carne di cui sono fatta, perché la consapevolezza della mancanza avviene solo attraverso la percezione della nostra furia vitale”.
Classe ’84, Soster ha cominciato a pubblicare i primi dischi da indipendente nel 2008, affiancandovi percorsi teatrali. Tra i suoi ultimi lavori, il disco solista Valentina Soster, registrato in casa durante il primo lockdown. In occasione del concerto in Sala Scicluna sarà possibile acquistare alcuni dei suoi album.
Il calendario prosegue con una nuova performance letteraria venerdì 15 luglio, sempre alle 20.45: lo scrittore Alberto Giovannini Luca, già ospite di via Martorelli a giugno, presenta il monologo Nel tempo di un rosso, tratto dall’omonimo libro (Lazzaretti Editore, 2006). Lo dedica alle bocce, ritenute dall’autore uno sport con la esse maiuscola. E cercherà di spiegarlo al pubblico in poco più di un’ora, nell’attesa che il vero cantore del “gioco” illustri dal vivo cosa sia questo sport e, soprattutto, cos’abbia rappresentato in Italia negli anni Sessanta e Settanta. Un monologo ironico, brillante, malinconico, con una punta d’amarezza finale che abbraccia le attese vane.
L'estate di Sala Scicluna chiude in bellezza dal 29 al 31 luglio con Il tempo delle donne, progetto multidisciplinare che vede protagonisti gli attori Lorenzo Beatrice, Mauro Carretta e Katja Formento uniti dalla voce della cantante Sabrina Fioravanti, con l’ausilio tecnico di Edoardo Draghi. Un lavoro emozionale che mescola la musica alla recitazione, prendendo in esame diversi esempi, attinti dalla storia del teatro, di soverchieria dell’uomo verso il gentil sesso. In scena, brani tratti dall’Otello e dalla Bisbetica domata di Shakespeare, la drammaturgia contemporanea di John Osborne con il suo Ricorda con rabbia, per sconfinare nel classico Ippolito di Euripide e nelle rivisitazioni del mito, con la Medea di Christa Wolff. Chiude lo spettacolo la Salomé di Oscar Wilde, simbolo di rivalsa e riscossa della donna sul patriarcato.
Ma Sala Scicluna è anche un luogo deputato all’arte figurativa. Rinnovando un impegno avviato il 22 maggio, con il concerto inaugurale del duo Il Bardo e la Volpe, anche in occasione degli eventi di luglio la pittrice Mirella Ribeiro esporrà nello spazio scenico una sua opera in tema con lo spettacolo in corso. L’esposizione complessiva dei dipinti è in programma dal 29 al 31, in occasione delle repliche di Il tempo delle donne.
Mirella Ribero ha partecipato dal 1996 in poi a numerose esposizioni collettive e personali e dal 2006 collabora attivamente con diverse associazioni di volontariato realizzando mostre ed eventi. Nonostante una forte componente spontanea simbolista, la sua pittura appare, nel suo complesso, decisamente autobiografica. La rappresentazione di figure prevalentemente femminili, per l’artista, non è semplice imitazione del reale, ma trasposizione di sensazioni e situazioni interiori che nascondono dubbi, riflessioni e talora conflitti dell’autrice. Non a caso Ribeiro sceglie colori e luminosità calde esorcizzate attraverso il senso di una velata malinconia. Sarà possibile ammirarne l’estro durante tutti gli appuntamenti in programma.
Inaugurata nel 2019 da Katia Capato, direttrice artistica di Nuove Cosmogonie Teatro, Sala Scicluna nasce come atto d’amore e promessa mantenuta nei confronti di Joseph (alias Pino) Scicluna, attore, drammaturgo e regista maltese, suo compagno di vita, venuto a mancare due anni prima a seguito di una grave malattia. Ex carrozzeria, situata in un interno cortile, si presenta oggi come un’oasi riparata dal caos urbano, nuovamente fruibile - malgrado il numero contingentato di spettatori, ridotto di oltre la metà - a tutti coloro che ricercano quiete e bellezza nella musica, nel teatro, nelle mostre figurative o negli incontri a tema librario.
“Con grande emozione, e anche molta tenacia, facciamo ripartire questo luogo a noi caro - dice Capato -, aperto ad artisti, scrittori, pittori, fotografi, musicisti, danzatori, professionisti e non, giovani e meno giovani, curiosi, associazioni culturali e di volontariato, confidando si instauri o si rinnovi, con i suoi visitatori, un’affinità duratura e prolifica di creatività e buon umore. Ci teniamo a sottolineare il senso dell’iniziativa autosostenuta: abbiamo confidato solo nelle nostre forze e nella sinergia che si è creata tra tutti coloro che credono nel potenziale di Sala Scicluna”.
Gli spettacoli sono a ingresso libero, con offerta consapevole. È richiesta la prenotazione mandando un messaggio WhatsApp al numero 347 4002314. L’ingresso è contingentato a un numero massimo di 30 spettatori in ottemperanza alle norme anti-Covid.