Dal 6 luglio all’8 agosto il Teatro Stabile di Torino torna ad accogliere i versi di Shakespeare nel suo Prato inglese, giunto alla terza edizione. La cornice storica del Carignano si trasformerà in un suggestivo spazio verde che richiama la circolarità del Globe Theatre londinese ed evoca il sogno e la fiaba tipici di un cerro filone della produzione shakespeariana.
Un'ambientazione ideale per il Molto rumore per nulla diretto da Silvio Peroni, che debutta domani in prima nazionale con la traduzione e l'adattamento di Emanuele Aldrovandi. Una commedia ricca di inganni, a partire dalla trama e dal titolo, popolata da equivoci e intrighi al centro di schermaglie amorose. Lo spettacolo, prodotto dallo Stabile, vedrà in scena Elena Aimone, Lorenzo Bartoli, Vittorio Camarota, Marta Cortellazzo Wiel, Jacopo Crovella, Christian di Filippo, Fabrizio Falco, Maria Lombardo, Sara Putignano, Marcello Spinetta, Andrea Triaca e Jacopo Venturiero. Le scene sono di Gregorio Zurla, i costumi di Veronica Pattuelli, le luci di Valerio Tiberi e le musiche di Oliviero Forni.
"Questo presunto nulla seppure apparentemente faccia pensare ad una cosa priva di significato, non è un’inezia - scrive il regista nelle sue note -. Dal titolo dipendono le linee tematiche dell’opera, le quali si svelano solo quando questo presunto nulla inizia ad essere qualificato. Il nulla può essere interpretato come analogo dell’amore, o analogo dello spiare, oppure può significare l’annosa opposizione di due elementi antitetici. Un nulla che crea un gioco di doppi e di mascheramenti che confondono continuamente l’apparenza e la realtà, sia collettiva che personale. Nulla, altro non è se non una parola che dovrebbe significare la completa assenza di qualcosa, ma dal momento che si è sentita la necessità di definire con una parola l’assenza nel nulla rimbomba un tremendo pieno. Un pieno che ha bisogno di trovare un significato e che una parola forse non può esprimere, va trovato invece in un percorso di crescita e cambiamento personale che Shakespeare fa vivere ai suoi personaggi. E con essi li fa vivere in modo simbolico al suo spettatore, anche a quello contemporaneo".
E continua: "I personaggi shakespeariani sono riconosciuti per il loro funambolismo linguistico, sono dei giocolieri della parola; ma spesso ne rimangono intrappolati, come se non riuscissero mai a distinguere la realtà dall’apparenza o l’agire con il verbalizzare. Fa riflettere come una società - la nostra - fondata sul linguaggio ne sia sempre stata vittima".
"Alla fine - conclude - una parola non è altro che aria, è alito che si disperde, è il nulla, ma un nulla che può creare e può anche distruggere. Se dovessi spingermi in un campo minato, in quell’uggioso campo dove si cercano parallelismi fra l’epoca shakespeariana e la contemporanea, dove ci si chiede - ancora - cosa di Shakespeare sia “attuale” potrei azzardare che allora come oggi siamo costantemente vittime di una parola, anche quando non è nulla".
Le repliche andranno in scena dal martedì alla domenica, ore 21. Info su: www.teatrostabiletorino.it